Alla fine è successo. L'Italia, dopo sessant'anni manca l'appuntamento con i Mondiali. Tutti in lacrime. Quelli che non se lo meriterebbero almeno. Chi ha causato il disastro in questo momento sta invece discutendo di soldi. La cosa migliore sarebbe stare in silenzio e aspettare gli ovvi cambiamenti. Però in queste ore sta accadendendo l'incredibile e non si può restare in silenzio.

Assurdo leggere quello che sta succedendo in questi momenti nei vertici della FIGC. Tavecchio non vede i motivi per dimettersi, Ventura non solo non vuole lasciare il timone, ma chiede di essere pagato per chiudere anticipatamente l'accordo che lo vedrebbe sulla panchina azzurra ancora per qualche mese. Ulivieri dal canto suo non vede poi la situazione così drammatica, perchè il lavoro programmato "non può dipendere dalla qualificazione o meno ad un Mondiale", come se stessimo parlando del torneo internazionale di briscola (con tutto il rispetto per il gioco, apprezzato tra gli altri anche dal sottoscritto). Evidentemente il presidente dell'Associazione Italiana Allenatori vive in un altro Paese e non vede grandi problemi se l'Italia viene sbattuta fuori da una Svezia che a parte un tiro deviato da De Rossi e tante botte (Lustig, Toivonen e Berg non li vorrei vedere all'Udinese nemmeno se venissero a pagarmi personalmente) non ha saputo fare altro. Difendere Tavecchio e Ventura in questo momento equivale a difendere un reo confesso. Il reato ieri sera sotto gli occhi di 70 mila italiani che hanno sostenuto un delirio di squadra. Ulivieri dovrebbe godersi la pensione dopo tanti anni di onorata carriera, perchè nel corso dei decenni il calcio cambia, invece nonostante il disastro resiste insieme ai suoi compari. Non vuole la caduta di Tavecchio per ovvi motivi di interesse personale, perchè chiunque dopo una cosa del genere cambierebbe agli istanti i piani alti.

Tavecchio, insieme ai suoi più fervidi sostenitori (uno a caso, Lotito) ci ha fatto collezionare figuracce su figuracce a livello internazionale, eppure, dopo lo zenit dei fallimenti, è lì, fermo e irremovibile. Nessun passo indietro alla Abete (dopo il 2014 lui e Prandelli ebbero la decenza di farsi subito da parte), ma anzi si discute come tirare a campare con il potere geriatrico e meno male che dopo Conte sarebbe dovuta essere l'Italia dei giovani (quante volte sentiamo questa frase anche in ambiti non sportivi...). Sembrano passati secoli dalla gaffe delle banane e di Opti Pobà che ci ha permesso di essere derisi più o meno da mezzo mondo, quando uno dei pochi a salvarsi ieri sera è stato Jorginho, un oriundo, perchè ormai il mondo sull'integrazione un po' di passi avanti li ha fatti, siamo solo noi ancora fermi a discutere se un giocatore con due cittadinanze possa vestire l'azzurro (se ragionasse come noi, la Francia e la Germania sarebbero squadre che farebbero a qualificarsi a qualsiasi competizione). Solo questo dovrebbe bastare a far mandare a casa una persona del genere, indipendemente dalle riforme che può più o meno aver portato. Novità che però hanno riguardato problemi minori,  perchè i problemi sono sempre quelli: infrastrutture indecenti, vivai che non portano alcun giocatore nelle prime squadre, categorie inferiori alla A dove ogni anno qualche squadra sparisce (Modena ultimo caso), etc... Affianchiamoci poi anche chi lo sostiene, ovvero Claudio Lotito, il quale già con la famosa frase su Carpi e Frosinone ebbe una caduta di stile non da poco, sul caso poi degli scorsi mesi neanche mi pronuncio, parlano i fatti per me. Siamo guidati da sta gente qua, bisogna stupirsi poco quindi se all'estero (nonostante abbiano a loro volta problemi) ci ridono dietro, come accaduto al triplice fischio di Lahoz ieri sera.

A fare da culmine del delirio c'è il ct Ventura, che probabilmente avrebbe potuto anche scaricare la colpa sui vertici se avesse evitato di muoversi come un elefente in una cristalleria nel post Italia-Svezia. Era chiaramente un allenatore desautorato, la Federazione era stata lenta a esonerarlo nononstante non avesse più alcuna autorità per farlo e inoltre la famosa spalla, che doveva essere Marcello Lippi, non era arrivata. Qualche scusa per arrampicarsi almeno sui vetri almeno l'avrebbe avuta. Dopo il disastro però ha delirato come i suoi compari. Prima dice che "valuterò se dimettermi o no" (ribadisco, Prandelli dopo l'Uruguay lo fece istantaneamente, e al Mondiale almeno c'era arrivato). Non solo, poi a un noto programma televisivo prima dice che si dimetterà (c'è il video a testimoniarlo), salvo poi rimangiarsi tutto e dire "non ho mai rilasciato quelle dichiarazioni". Dobbiamo presupporre che la persona nel video sia un suo sosia allora, non c'è altra spiegazione. Non solo. Non bastasse lo sdoppiamento di personalità, il ct, stando voci non ancora smentite da nessuno, avrebbe chiesto una buonuscita (non scrivo nemmeno di quanto) per rompere il contratto. Fallito l'obiettivo minimo questo personaggio vuole anche soldi per farsi da parte e permettere all'Italia di ripartire da qualcuno con idee un po' più fresche e chiare, ma in mano di che persone siamo?!

Detto questo, buona ripresa di campionato italiano a tutti, mentre la FIGC discute "ma è il caso di cambiare tutto? D'altronde abbiamo solo fatto fallire a una delle nazioni più titolate del mondo l'accesso ai Mondiali dopo 60 anni, cosa sarà mai." Torniamo tutti a sostenere i vari Dybala, Cristian Rodriguez, Icardi, Luis Alberto, Edin Dzeko e Rodrigo De Paul, tutte punte di diamante della nazionale italiana.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 14 novembre 2017 alle 17:30
Autore: Davide Marchiol
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