Dopo tre sconfitte di fila, di cui due davvero amare da digerire, per l'Udinese si prevede una sosta poco serena. Se la sconfitta contro la Juve può nonostante tutto essere messa subito in archivio, quello che fa più preoccupare l'ambiente bianconero è una crescita che pare essersi bloccata. 

Eravamo tutti convinti, prima soprattutto ma anche dopo la Lazio, che questa squadra avesse intrapreso la strada giusta, una strada che l'avrebbe potuta portare a raccogliere sicuramente più soddisfazioni rispetto ad un anno fa. Sono bastate solo due settimane, e tre sconfitte, a fare cadere le nostre certezze, a farci tornare quei dubbi che ormai da anni purtroppo ci tormentano.

Le sofferenza degli ultimi cinque anni sono ancora dentro di ognuno di noi, nessuno però ha intenzione di rivivere un altro anno deprimente al limite tra la salvezza e la retrocessione. I pressupposti estivi erano buoni, tutti noi pensavamo che il momento della svolta fosse arrivato. E qualcosa in effetti è stato fatto. Perché l'Udinese è stata costruita meglio rispetto alle passate stagioni, al tecnico è stato dato un ventaglio di possibilità ben più ampio di quello affidato ai suoi recenti predecessori. Sono arrivati giocatori giovani e di qualità, giocatori che possono avere un futuro importante. Parlo di Ekong, di Pussetto, di Machis, di Mandragora, calciatori insomma che proprio da buttare non sono.

L'inizio di campionato ci aveva confermato tutto ciò, con un'Udinese bella a vedersi e capace anche di raccogliere punti. Poi un primo scricchiolio contro la Lazio, fino ad arrivare al crollo al 40esimo del primo tempo contro il Bologna, continuato poi contro la Juve. Un crollo di gioco ma anche di mentalità. Lo ha detto Velazquez, una squadra giovane come l'Udinese alla prima difficoltà va nel pallone. 

Bisogna crescere però in fretta, usare questa sosta per ritornare quella squadra delle prime partite. Sgombrare la mente dai pensieri negativi che ovviamente come fantasmi del passato ritornano. Lavorare, crescere e migliorare. E' questo che si chiede a Velazquez. Il tecnico spagnolo deve ora dimostrare le sue qualità, non nascondendosi dietro soluzioni del passato. Spetta a lui ora l'arduo compiti di valorizzare i giocatori, di metterli in campo nelle migliori condizioni, di farli rendere al meglio. Due settimane quindi di lavoro intenso prima di arrivare ad un'altra partita titanica contro il Napoli.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 08 ottobre 2018 alle 12:39
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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