Un pareggio al Franchi non sarebbe stato affatto rubato. Lo dico subito per mettere in chiaro le cose, perché quella di Firenze è una sconfitta diversa, una sconfitta dalla quale si può trarre del positivo per il futuro. Anche questa volta però, da questo stadio maledetto, torniamo a Udine con la saccoccia vuota ma con la consapevolezza che questa Udinese è squadra ben diversa da quella della passata stagione.

L'ha decisa un episodio, un errore nostro. Non poteva essere altrimenti in una gara così bloccata. Il contropiede di Benassi andava evitato, bastava forse un fallo tattico su Chiesa, bastava un pizzico in più di testa. Errore di gioventù? Passiamolo così, sicuri che Velazquez invece non la farà passare liscia ai suoi. Il tecnico, una furia per 90 minuti, c'ha provato, cercando di ingabbiare la Fiorentina. E per tre quarti di partita ci è anche riuscito, tanto che la Viola delle meraviglie non ha creato nulla di buono. 

Ho sentito i telecronisti e commentatori nazionali affermare che il gap tra Fiorentina e Udinese è considerevole. Assolutamente no, a mio avviso: i bianconeri a questi livelli se la possono giocare tranquillamente. Serve però crescere ancora un po' dal punto di vista mentale e della convinzione. Essere più maturi perché prendere gol da un contropiede su calcio d'angolo nostro non è plausibile.

Cerchiamo quindi di vedere ciò che c'è stato di positivo. Ovvio, si può, anzi si deve fare assolutamente meglio. Ma sono sicuro che questa Udinese crescerà ancora.

Note negative? Purtroppo ho visto un Lasagna spaesato e sconsolato. Sembra che in quel ruolo non si trovi affatto a suo agio. Più passano le partite e più lo vedo avulso al gioco. Velazquez dice che quello che conta è il lavoro sporco che Kevin fa per la squadra. Io credo che ciò che conta davvero per una punta è il gol. Se non segna un attaccante si deprime, se non riesce nemmeno una volta a calciare in porta si deprime ancora di più. La missione del tecnico spagnolo in queste due settimane di sosta deve essere allora quella di riportare Lasagna ai fasti del passato, lasciandolo fare quei movimenti che gli sono naturali e non costringendolo solo ad un lavoro spalle alla porta tra i due centrali. Svincolarlo quindi da certi compiti tattici per farlo scatenare nei tagli in profondità. Starà poi a De Paul dargli la palla giusta. Non facciamone però un caso, convinti che Kevin riuscirà a sbloccarsi e che Velazquez gli troverà la giusta collocazione.

Ora la sosta per la nazionale. Poi il Torino, da matare a tutti i costi.

 

 

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 03 settembre 2018 alle 13:25
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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