Battere la Juve a Torino è una cosa rara, anzi rarissima, soprattutto di questi tempi. La Vecchia Signora è da anni troppo forte, domina in lungo e in largo il campionato, vince senza grossi sforzi quasi tutte le partite e già ad inizio marzo si è ricucita l'ennesimo scudetto sul petto. +16 sulla seconda e un'assenza ormai cronica di rivali all'altezza. Si dice che la Serie A non sia allenante per una squadra del genere: la Juve in Italia gioca sotto ritmo, come a Napoli, e vince lo stesso ma poi va in Europa, entra al Wanda Metropolitano pensando che sia solo la prima tappa verso la finale e ne esce invece con le ossa rotte. 

Di fronte questa sera ci siamo noi, l'Udinese, una squadretta al confronto della corazzata guidata dal lusiade Ronaldo, per l'occasione tenuto cautamente in panchina. Per i cronisti nazionali, una partita di passaggio, utile solo per fare una sgambata in vista del ritorno contro l'Atletico. Una formalità, nulla di più, una di quelle partite senza alcun significato, tanto che giocheranno dal primo minuto tutte le riserve: ritorna Barzagli con Rugani, davanti ci sarà il millenial Kean con Bernardeschi. 

E noi? Dopo la doppia vittoria negli scontri diretti contro Chievo e Bologna, 6 punti pesantissimi in chiave salvezza, respiriamo tutta un'altra aria. Pace fatta tra tifosi e società e sodalizio rinnovato almeno fino a giugno, quando in ogni caso la parola progetto tornerà per forza d'attualità. Per ora tutti insieme, uniti per il bene della maglia. Il presente dice +7 sui falsinei e una posizione di modesta sicurezza in vista di questo finale di stagione. Lo avevamo scritto e detto già in precedenza, l'Udinese si salverà, soprattutto perché la concorrenza è quella che è. Non serve moltissimo per centrare l'obiettivo, basta un'annata mediocre e la A è confermata. 

Con una ritrovata tranquillità ci proiettiamo ad una sfida che, nonostante ci sia Kean e non Ronaldo, conserva lo stesso grande fascino. Provarci, con la testa libera e con quella spregiudicatezza di chi non ha nulla da perdere. All'Allianz per provare a stupire, per rilanciare l'entusiasmo di una piazza che necessita di emozioni forti. Provarci è lecito, non è affatto una lesa maestà. Ovvio che servirà davvero di più di quanto visto nelle ultime due partite perché la Juve, distratta e rimaneggiata, resta sempre almeno un paio di spanne sopra.

Mi ricollego alla settimana di Champions, facendo un paragone che, prese le giuste proporzioni, può starci. L'Ajax a Madrid doveva essere la vittima sacrificale e invece eccovi servita la sorpresa: 4 sberle e Real al tappeto. Mi piacerebbe davvero vedere un'Udinese in formato Ajax far dannare la Juve per novanta minuti, farla soffrire giocando una partita a mille all'ora. Possiamo provarci, davvero, anche perché le qualità ci sono, anche perché abbiamo un Pussetto in grande forma, un Okaka affamato e un De Paul che piano piano ricomincia ad ingranare. Che bello sarebbe vedere Larsen bruciare sulla fascia Alex Sandro e crossare al centro per Nacho che, con terzo tempo alla Bierhoff, la schiaccia in rete? Un'orgasmo, passatemi il termine.

Non chiedo altro che provarci e non andare a Torino soltanto per prostrarsi in segno di riverenza. Ricordo con gioia la vittoria dell'Udinese di Colantuono firmata da Thereau. Mettemmo il bus davanti alla porta e in contropiede violammo lo Stadium, 1 a 0 del francese e festa grande in Friuli. Vorrei rivedere lo stesso film, solo con un regista diverso e con nuovi attori. 

 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 08 marzo 2019 alle 15:13
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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