Stavolta è Daniele Pradè a darci il titolo perfetto per commentare la sfida con il Parma, teniamo quanto di positivo espresso, perchè l'Udinese del secondo tempo ha fatto vedere del potenziale importante. Ciò che spaventa un po' di più è il primo tempo, giocato male dai bianconeri, questo è innegabile. L'impressione è che le due reti del pareggio abbiano un po' annullato quanto di invece negativo è stato espresso nei primi 45 minuti. Comunque però come sempre il calcio è meritocratico e, a fronte di un dominio che si alternato durante le due frazioni di gioco, ci ha regalato un pirotecnico 2-2. A uscirne delusa è sicuramente la squadra ducale, che stava portando una vittoria che fino all'ora di gioco non era stata neanche così difficile, per giunta contro una diretta concorrente. L'undici di D'Aversa però è stato colpito da quello che era una novità per i padroni di casa: il VAR, che in B non c'è. Da lì la corrente è mutata e sappiamo com'è andata.

L'analisi non può non partire dal primo tempo. Non mi trovo d'accordo con chi dice che i gol ducali sono stati frutto della casualità. Nei primi 45 minuti il Parma avrebbe meritato ampiamente un doppio vantaggio, perchè erano loro ad avere il dominio del gioco. Ovviamente schemi nuovi, giocatori nuovi e allenatore nuovo richiedono tempo per essere assemblati, mentre i crociati si sono presentati come se si conoscessero da tanto tempo e in effetti era così, visto che, in mezzo e in attacco, le vere novità erano Stulac (arrivato però ancora prima del ritiro), Grassi e Inglese. Siligardi e Di Gaudio sono due vecchie volpi e invece si conoscono benissimo, tenendo in apprensione la difesa friulana, che sembra capirci poco. I ducali aggrediscono da subito, i friulani rispondono, ma poi si innescano i velocisti. Prima Di Gaudio scodella per il movimento di perfetto di Siligardi, che approfitta di un'incomprensione tra Stryger Larsen ed Ekong per colpire di testa a due passi da Scuffet, mandando la palla incredibilmente alta. Poi i ruoli si ribaltano. È Siligardi a mettere in mezzo e stavolta è Di Gaudio a inserirsi, sfruttando stavolta la mancanza di concentrazione di Nuytinck e Samir, per fortuna ci pensa De Paul, che con un ripiegamento difensivo salva la barca. I bianconeri provano a dire la loro, ma gli unici che riescono a portare la palla in uscita sono proprio Rodrigo e Machis. Il venezuelano tra l'altro spreca l'unica palla gol creata nel primo tempo, facendo di testa sua in un contropiede. Bene lo scatto, bene il dribbling, da migliorare la scelta finale, ma è giovane e avrà tempo per migliorare il difetto. Il gol parmense però è nell'aria e ci pensa Inglese, che fino a quel momento aveva pensato più a creare corridoi per i compagni. Stavolta prende lui la palla, salta Nuytinck che sbatte goffamente su Ekong ed è 1-0. Il verdetto del finale del primo tempo dunque parla chiaro: difesa dell'Udinese statica e senza idee, attacco privo di mordente, davanti invece a un Parma che ha capitalizzato tre occasioni su tre.

Il secondo tempo si apre con quella che potrebbe essere la mazzata finale: cross al centro, Scuffet, al ritorno da titolare e che aveva disputato fino a quel momento una bella partita, si lascia scappare il pallone, che viene insaccato subito da Barillà. Il 2-0 sembra chiudere ogni discorso e anche Guidolin, ad un ottimo commento tecnico sulla pessima DAZN parla di partita già instradata. Finalmente però, dopo un'ora, i bianconeri si scuotono. Serve una casualità però per far scattare la reazione. Una delle tante palle in mezzo che sembrano mal calibrate sbatte invece sul braccio di un avversario nell'area di Sepe. Il VAR decreta il rigore, che viene realizzato da un De Paul che si fa vedere poco nei "punti caldi", ma che lavora tanto nell'oscurità. A quel punto parte la riscossa. L'ingresso di Teodorczk deve fare un ulteriore dubbio a Velazquez: per il suo calcio funambolico serve il 4-2-3-1, ma con un 4-4-2, dove il polacco prende il posto di un Barak che difensivamente è perfetto, ma in attacco non riesce a farsi vedere, la squadra sembra nettamente più efficace. Il pareggio arriva infatti in poco tempo. De Paul innesca, Samir, che col cambio di modulo diventa molto più solido, come tutta la retroguardia, mette in mezzo e Fofana insacca un pareggio che sembrava un miraggio. È vero, l'ex Anderlecht non tocca quasi mai la palla, ma con lui in campo i giocatori danno l'impressione di sapere meglio cosa fare. Lasagna ha più spazio per ricevere palla e le ali provano qualche cross in più. Il gol vittoria potrebbe anche arrivare, ma la girata del capitano non ha forza sufficiente. Sarebbe stato troppo.

Tenendo la positività dell'Udinese dell'ultima mezz'ora, ora tocca a Velazquez pensare a che lavoro fare in settimana. A questo punto la domanda "meglio la punta unica o il doppio attaccante?" credo che il mister dovrà porsela, perchè l'attaccante di peso adesso c'è e Lukasz a curriculum ha tantissimi gol, a differenza di qualcuno del passato. La difesa va registrata, ma evidentemente l'inserimento di Troost Ekong, per quanto abbia alla fine fatto una partita sufficiente, ha fatto saltare qualche meccanismo che va ricostruito. Insomma, teniamoci stretto il punto e facciamo lavorare il tecnico, che di materiale per riempire le giornate d'allenamento nella settimana pre Sampdoria ne ha più che a sufficienza. Domenica arrivano i blucerchiati, che saranno all'esordio stagionale per la tragedia che ben conosciamo. Vedremo che miglioramenti ci proporrà lo spagnolo in 7 giorni, intanto gioiamo per aver visto una squadra reagire sotto di due reti, che è già un grosso passo avanti rispetto al passato.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 20 agosto 2018 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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