Tante piccole aquile costrette a rimanere fuori dallo stadio erano state l’origine di tanta confusione attorno alla presenza della bandiera friulana al Friuli. Una sola, grande aquila sembra aver messo tutti d’accordo infine, torreggiando al di sopra della Curva Nord per una coreografia che sembra già essere destinata ad entrare nell’immaginario dei tifosi e degli appassionati dei bianconeri di Udine. L’aquila dunque come risposta al dopo Italia-Finlandia ma anche l’aquila come segno di buon auspicio. Lassù in alto, e sotto di essa la banda con impressa la scritta “3 avrîl 1077” per ricordare il giorno in cui si è potuto finalmente parlare di Patria del Friuli, per augurare buona sorte agli undici atleti che, di lì a poco, sarebbero scesi in campo contro l’Empoli. La fortuna è sicuramente servita alla squadra di Tudor ma oltre a questa c’è stato l’abbraccio dei tifosi per l’Udinese. Il coro dedicato a quel Musso che ha messo le mani e un piede, quello della parata di Antonelli, sulla partita. Lo striscione dedicato a Behrami, attorno al quale si è stretto anche De Paul. Poi i canti, l’incitamento continuo, anche col risultato a sfavore, insomma questi tifosi hanno voluto esserci e, una volta in più in casa, hanno sospinto l’Udinese verso una vittoria che vale ben più di tre punti. Sembra giusto dunque, in conclusione, che questi ultimi risultati, positivi tanto quanto decisivi per la corsa verso la salvezza, vadano dedicati anche ai tifosi, coloro che hanno fatto volare l’aquila friulana sopra la testa di tutti.

Piccolo ma necessario appunto finale: non deve passare sottotraccia anche quel religioso silenzio durato un minuto e dedicato alle vittime del terremoto dell’Aquila, indimenticato nonostante in mezzo ci siano dieci anni, indimenticato soprattutto qui in Friuli dove un altro terremoto ha scandito la storia della Patria.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 08 aprile 2019 alle 20:30
Autore: Francesco Paissan
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