Ora le chiacchiere stanno a zero. La sconfitta di Genoa e i risultati positivi di Frosinone, Carpi e Verona hanno complicato il percorso dell'Udinese. Partita, al di là di quello che afferma Colantuono, con diversi obiettivi di classifica la formazione bianconera è stata risucchiata nelle sabbie mobili della zona retrocessione, in un susseguirsi di errori di valutazione fuori dal campo, di orrori mostrati in campo ed episodi non fortunati in determinati momenti chiave delle gare. Accantonata la doverosa premessa, gli uomini di Colantuono si sono però dimostrati incostanti nel corso delle gare. La squadra in campo ha messo in luce troppo spesso amnesie nella fase difensiva che portano spesso ad incassare gol evitabili. Il blackout avventuo in questo 2016 doveva essere un monito che non è stato interamente recepito, visto che nelle ultime otto partite sono arrivati soltanto 3 punti. Quello che però risalta agli occhi dei tifosi e degli addetti ai lavori è una mancanza di nerbo nei momenti chiave.

Una squadra che dovrebbe conquistare la salvezza sul campo dovrebbe "mordere le caviglie", lottare su ogni pallone senza mai esentarsi dalla battaglia sportiva. Così, purtroppo, non è stato. L'esempio lampante è arrivato La mancanza di cattiveria sotto porta ha fatto pendere l'ago della bilancia in favore delle squadre anche più deboli. L'ingrediente principale che serve ai bianconeri in questo momento è la consapevolezza di dover lottare per la sopravvivenza. L'obiettivo ora è portare a casa la pelle, a partire dalla prossima gara casalinga contro il Verona dove tutti devo restare uniti per un traguardo che è ancora possibile da raggiungere. Forse è meglio che tutti abbiano chiaro in testa questo fine. Prima che sia troppo tardi.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 23 febbraio 2016 alle 11:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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