Peggio di così davvero non poteva iniziare la rincorsa dell’Udinese al pacchetto di punti più difficile da conquistare, quello che per intenderci sarà spalmato come sappiamo da qui alla nona giornata di ritorno della Serie A. Nessuno si aspettava davvero che una Udinese che potesse andare fiera soltanto di un cambio di ritmo avvenuto nel secondo tempo allo Stadio “Castellani” di Empoli impattasse in maniera così difficile da digerire contro un gruppo di giovani pur di ottime speranze qual’è la più modesta delle squadre toscane della massima serie. Sia chiaro, tutti sapevano alla vigilia che il campo dell’Empoli è ben difficile da espugnare totalmente, ma molti tra gli addetti ai lavori speravano almeno che l’Udinese di Delneri riuscisse a bloccare l’esito della gara su un pareggio, a reti bianche ma anche no, che potesse star bene ad entrambe le formazioni. E invece no, abbiamo assistito ad una partita in cui le due formazioni in campo sì si sono annullate a vicenda, ma dove l’Udinese è finita vittima delle sue lacune residuali che tacciano il suo bagaglio tecnico. Proprio un colossale cedimento difensivo, un crollo di una certa gravità quindi, ha permesso all’Empoli di rompere la monotonia della gara portandosi avanti sul piano numerico del risultato. E così, l’Udinese che fino a quel punto aveva saputo soltanto – diciamolo chiaramente – barcamenarsi seppur con dignità e col beneficio della precisione, vista una evidentemente spiccata disciplina tattica denotata dall’Udinese, ha finito col capitolare perdendo il confronto per una sola lunghezza di svantaggio, alla fine di tutto. Ed è incominciata così come peggio non poteva iniziare, come dicevamo, la serie di partite più difficili con la quale avrà a che fare da qui alla nona l’Udinese. E nonostante quel che sostengono eminenti e soprattutto quotate voci della critica d’impronta bianconera, non era certo difficile motivarsi rispetto a questa partita. Non era proprio improbabile riuscire ad afferrare il concetto che in realtà quelli a disposizione domenica scorsa erano praticamente i tre punti più abbordabili a disposizione dell’Udinese nell’intera serie. E parimenti non era difficile capire che con un minimo di impegno e con la giusta forma mentis ci si poteva avviare alla conquista di un certo margine iniziale in classifica davvero senza troppe difficoltà. Bastava ingranare una marcia superiore a quella dell’Empoli in fatto di dinamismo, ma un certo braccetto ha limitato in maniera decisiva l’Udinese. Ancora una volta è stato un approccio sbagliato alla partita, e quindi atteggiamento che dal punto di vista psicologico ha messo i bastoni tra le ruote a penalizzare la squadra bianconera. Squadra che ha capito soltanto alla distanza che per avere la meglio bisognava aumentare i giri della squadra, la sua velocità e la sua intensità. E così ne è risultata una Udinese molto limitata nella sua redditività che ha iniziato ad aprirsi il campo e la mente, usando un efficace giro di parole, solamente quando era troppo tardi. Atteggiamento questo che risulta essere l’inconveniente con maggiore probabilità di emergere legato all’attuale sistema di gioco bianconero. Sistema che va bene soltanto allorquando i giochi sono particolarmente ardui a priopri, e non certo allorquando bisogna pensare soltanto a mollare ogni ormeggio, come si potrebbe dire. Non possiamo pensare di vedere una Udinese legata con le piccole: va bene adottare un atteggiamento più accorto allorquando di fronte hai la grande squadra di turno, ma non certo farsi bloccare i piedi dalle proprie preoccupazioni allorquando bisognerebbe essere soltanto essere massimamente disinvolti. Va bene tutelarsi in sostanza quando di fronte hai il Milan, e questo segnamocelo in vista proprio di domenica prossima a Udine allorquando l’Udinese affronterà proprio i rossoneri, ma non quando hai di fronte un avversario come l’Empoli che dovresti surclassare attraverso la formula “palla lunga e pedalare” espressione legata a quei momenti in cui la disinvoltura è e deve essere l’unica via possibile. L’Udinese poteva esprimersi in maniera disinvolta e non lo ha fatto, e soprattutto l’Udinese ha pagato nel momento più sbagliato. Ora deve soltanto rimboccarsi le maniche e spendere proprio quelle energie che non ha speso domenica scorsa nel più difficile scontro casalingo contro i rossoneri. Consapevole di un fatto che rappresenta un vero e proprio macigno. L’Udinese deve reiniziare a fare punti dopo che è a secco da ben quattro turni suonati. Non si può certo restare a secco per la quinta partita consecutiva, e contro il Milan ora come ora bisogna proprio ad andare a far punti. Soluzioni alternative non ve ne sono, e quindi la partita contro i rossoneri si è andata ad incastonare proprio nella cella sbagliata del calendario, quella con la quale coincide il momento di minima stagionale dell’Udinese, il momento in cui proprio i risultati non vengono. L’Udinese quindi non ha altra soluzione che quella di mettere tutto l’impegno di cui è capace, mettere sul terreno la cavalleria così come sinora non lo si è fatto. Perché bisogna recuperare il terreno perduto, perché sennò altrimenti ogni possibile tabella di marcia ne risulterebbe scompaginata, turbata in maniera decisiva. Domenica deve scendere in campo, voglia o non ci son santi che tengono ora, l’Udinese che non si è mai vista. Una Udinese capace di sconvolgere in ragione della sua rabbia agonistica maturata i piani del Diavolo rossonero. E detta così sembra proprio che l’Udinese debba sfidare tutta la malasorte che l’ha attanagliata in questi ultimi tempi mettendo la partita sul piano della battaglia più vera e pura. Non importa se di fronte c’è il Milan o qualsiasi altro avversario ora è il momento di fare qui punti che mancano all’appello, ad ogni costo e per mezzo di ogni sacrificio. Ora non è minimamente il momento per cercare di respirare, tutt’altro. Ora è momento di spremersi come mai fatto prima. Punto e basta. Non vi sono scuse che tengano, perché guai se non si riesce a trovare una ragione per cercare di ottenere il massimo in partite così motivanti alla stregua di quella con il Milan. Poi ora è il momento di fare punti e basta. Senza alzare il capo per nessun motivo, se non per guardare con faccia tosta l’avversario lanciandogli il guanto di sifda. Purtroppo nella massima serie nazionale è la vittoria che fa il gioco, e l’Udinese di questi tempi ha tratto profitto davvero in troppo poche occasioni.
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