Gianpaolo Pozzo ha parlato ai microfoni del Messaggero Veneto. Tanti i temi trattati dal patron bianconero, che ha subito voluto precisare che "Resterò proprietario dell’Udinese a vita".
Pozzo, aveva un’espressione soddisfatta dopo il pareggio sulla Lazio.
"Mi sono preso un brodino. Ma visto che si tratta di una dieta per vecchietti e io sono ancora carico di motivazioni, dico che adesso è il momento di rispondere. È un incitamento rivolto alla squadra: i tifosi hanno fatto la loro parte domenica, sono stati davvero il nostro dodicesimo uomo in campo. Devono essere ripagati".
La prima volta dell’effetto nuovo stadio.
"Proprio come me lo immaginavo. La gente era numericamente suppergiù la stessa di sempre: nel vecchio impianto si sarebbe persa tra il cemento, domenica è stata trascinante".
E dire che qualcuno è rimasto anche fuori dalla curva con l’abbonamento in mano: sa, questa mossa della Dacia Arena non va giù a tutti...
"Stadio Friuli Dacia Arena, per me lo stadio resterà sempre il Friuli, la Dacia ha voluto legare il suo nome all’impianto e noi abbiamo accettato: il calcio di alto livello non si fa con le parole. Tra qualche anno lo sponsor magari cambierà, come succede con le maglie: non sono sacre anche quelle? Eppure sono decenni che ci sono dei marchi sulle divise da gioco e nessuno si è mai lamentato".
C’è la questione affettiva e c’è il dibattito politico a livello locale.
"A certi rappresentanti dei cittadini in consiglio comunale dico che lo stadio se vogliono possono anche riprenderselo. Parliamone. Oppure vogliono uno sponsor pubblico? Come cittadino sarei il primo a dire di no. Soldi gettati. Ma non vado oltre, ultimamente a livello extrasportivo ci sono state un paio di iniziative che mi hanno amareggiato".
Mai pensato di lasciare? In città circolano delle voci si un abboccamento con una multinazionale, così come è successo qualche settimana fa a Granada.
"Non ho incontrato nessuno che mi abbia fatto delle proposte serie per la cessione del club e, ci fosse stato, gli avrei detto che non voglio vendere l’Udinese".
Pozzo, contento della squadra di Colantuono?
"No, finora abbiamo fatto il minimo indispensabile. Ma la colpa è anche nostra, come società: non ero soddisfatto di come era stata costruita la squadra. Adesso abbiamo cercato di fare delle correzioni in corsa per poter chiudere la stagione senza patemi, ma la scorsa estate abbiamo sbagliato qualche valutazione".
Adesso avete inserito in squadra gente di esperienza come Kuzmanovic e Hallfredsson.
"Servivano centrocampisti diversi, per caratteristiche, da quelli che avevamo in rosa. Kone, per esempio, era un nazionale, aveva fatto i Mondiali, ma non era funzionale al nostro gioco. Servivano pedine di fisico e tecnica. Ora ci sono, anche se non sono Messi o Ronaldo. Quelli non li trovi a gennaio sul mercato. E più in generale non sono per l’Udinese. Noi i fenomeni dobbiamo costruirceli in casa".
Per questo avete speso più di tre milioni per Balic?
"Mi auguro che il ragazzo abbia voglia e determinazione per mostrare tutto il suo talento: ha 18 anni e giocava titolare nell’Hajduk. Con lui e tutti gli altri giovani che abbiamo dobbiamo costruire un futuro capace di ripagare il nostro pubblico. Voglio che si punti a metà classifica per poi rompere le scatole alle solite se troveremo dei fenomeni".
Con l’arrivo di Balic molti sognavano il “rientro” alla base di Peñaranda da Granada: invece è finito al Watford. Insomma, questi cuginastri inglesi non vanno giù a tutti, qui in Friuli...
"Ma non possiamo mica fare raccolta di figurine! L’ho detto, dobbiamo costruire anno dopo anno delle squadre equilibrate per esperienza e talento: Peñaranda non è stato venduto altrove, se servirà e riusciremo a tesserarlo, visto che è extracomunitario, lo vestiremo con la maglia dell’Udinese».
Ma questo Watford cosa è? La squadra di Gino Pozzo?
"No, mio figlio la segue da vicino, ma nel quadro del progetto Udinese: guardate cosa è successo a Ighalo, adesso è esploso, in Inghilterra lo vogliono in molti, qui Guidolin gli aveva dato il foglio di via".
A proposito di Guidolin: è andato proprio in Premier, allo Swansea: ha dichiarato che non lo avete voluto per il Watford.
"Gli faccio i complimenti per come ha saputo rimettersi in gioco in una nuova realtà a più di 60 anni. Resterò sempre un suo ammiratore, ci ha regalato molte soddisfazioni".
Se, prima di scegliere Colantuono, Guidolin si fosse presentato e avesse chiesto di nuovo il timone dell’Udinese cosa avrebbe risposto Gianpaolo Pozzo?
"Non so se mi sarei fidato. Mi ha lasciato in braghe di tela due anni fa. Magari dopo tre mesi avrebbe tirato fuori di nuovo la questione dello stress. E cambiare allenatore non è come mettersi un altro paio di pantaloni. Per questo noi i tecnici che scegliamo non li gettiamo dalla finestra alle prime due sconfitte di fila".
Un messaggio a tutti quelli che volevano la testa di Colantuono?
"I risultati sono importanti in questo mondo, ma per gestire una società bisogna essere equilibrati. Detto questo è chiaro che anche il Pozzo dirigente si attende di più, non solo il tifoso Pozzo, soprattutto adesso che abbiamo corretto la rosa".
Si aspetta una risposta immediata sotto forma di punti salvezza?
"Siamo stati un po’ sfortunati, Colantuono non ha praticamente potuto lavorare con i nuovi arrivati e ci sono anche un turno infrasettimanale e due trasferte di fila con Empoli e Milan. Mi aspetto una reazione d’orgoglio per ora, il nostro pubblico domenica ha mostrato come si fa. Non si molla fino all’ultimo minuto".
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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