"Sono a disposizione, deciderà Guidolin". Comincia con un'ottima notizia l'intervento di questa sera di Giampiero Pinzi a Udinese Channel. "Questa è una stagione costellata da tanti infortuni, anche di giocatori importanti. Ma adesso, piano piano, stiamo recuperando. Fortunatamente è arrivata una vittoria importante contro il Cagliari.Sono stati bravissimi i ragazzi che hanno giocato a conquistare i tre punti. Adesso speriamo di dare seguito a questa vittoria".

Una vittoria che ha riappacificato il rapporto con i tifosi? "Udine è un ambiente fantastico, i tifosi ci sono sempre vicini. Certo, qualche malumore ci può stare, ma è solo uno stimolo per migliorarci".

Lei è a tutto gli effetti una bandiera bianconera. "Se mi hanno dedicato un club significa che qualcosa di buono ho fatto. Sono arrivato qui a 19 anni e ci sono rimasto a lungo. Una gran fortuna, perchè questo è un ambiente ideale, non solo da un punto di vista professionale, ma anche umano. La mia idea è quella di fermarmi qui anche al termine della carriera. Quando sono arrivato mi sono ambientato in un mese, e pensare che non prima non sapevo nemmeno dove fosse Udine. Questa maglia la sento come un seconda pelle e voglio dare sempre il massimo".

Con Domizzi ha un rapporto speciale. "Siamo praticamente cresciuti insieme. Nella Lazio facevamo a gara a chi prendeva più ammonizioni. C'è un gran feeling anche fuori dal campo".

Liverpool è stata l'unica soddisfazione europea. "Peccato che poi abbiamo vanificato tutto contro lo Young Boys. Ma le emozioni di Liverpool le porterò sempre con me. Anche il Paron a fine partita era quasi commosso. Adesso dobbiamo finire bene per i nostri tifosi".

Da Udine, quindi, non ti manda via nessuno. "Qui ho trovato grandissime soddisfazioni, abbiamo raggiunto traguardi importanti per questa società. Il primo anno di Guidolin è stato fantastico per la cavalcata dopo lo sconforto iniziale. L'anno scorso nessuno pensava di poter migliorare quei risultati. Adesso siamo nell'anno zero, dobbiamo formare un nuovo gruppo. Io ho 31 anni e ho rinnovato: ho detto anche al Paron che adesso mi dovrete sopportare un altro pochetto e sono felice di chiudere qui la carriera".



E la Lazio? "Quando ero giovane per me era tutto. Andavo a vedere gli allenamenti, cercavo gli autografi. Gascoigne era il mio idolo. Ho avuto la fortuna di allenarmi con i miei idoli. Quando mi hanno chiamato ero al mare e quasi non ci credevo. Il primo allenamento l'ho fatto con 38 di febbre".

La Nazionale? "Purtroppo mi sono fatto male nel momento più importante della mia carriera e questo mi ha fatto perdere il treno. Comunque non mi lamento, forse le cose dovevano andare così. Io sono già contento di essere amato e di strae bene qui. Certo, qualche convocazione in più..."

Il bacio alla maglia: "Un gesto spontaneo, per me ha un valore molto importante. Mi dà fastidio quando lo fanno i giocatori appena arrivati. In quel momento mi è venuta voglia di fare quel gesto importante e forte per me. E' un ringraziamento verso queste persone che mi hanno dimostrato un affetto incredibile".

Il placcaggio a Liverpool ha mostrato allEuropa la tua grinta: "Per me non esiste che l'avversario passi così facilmente. Poi non è stato cattivo, non vado a spaccare le gambe agli avversari. Mi rispecchia, in Inghilterra mi hanno esaltato per quel gesto".

E sul suo amico Domizzi: "E' stato molto sottovalutato, ha raccolto meno di quello che poteva. Ovviamente adesso mi deve pagare la cena. E' uno che si rispetta, ha un vocione da paura, tipo voce cavernicola da paura".

E su Guidolin?: "E' stato uno dei due o tre allenatore fondamentali nella mia carriera. Un maestro di calcio. Ha rianimato una squadra morta a livello di spirito. Riesce a capire le cose prima degli altri".

Il tuo rapporto con i tifosi: "Danno una carica in più, mi hanno sempre fatto sentire importante. La loro stima è stata sempre immensa. Mi rispecchio un pò in loro, ci seguono sempre con amore. Per questo un giocatore deve capire che loro fanno sacrifici importanti per sostenerci"
 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 03 dicembre 2012 alle 21:32
Autore: Marco Bonitti
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