La sconfitta con la Lazio, come pronosticato da molti, è stata purtroppo brutta. Tante le attenuanti del caso: l'assenza di diversi elementi, una partita fondamentale sabato da non fallire, la situazione fisica di giocatori rientranti da infortunio. Insomma, il risultato era nell'aria. Alla domanda su Pussetto nella conferenza stampa pre sfida con i biancocelesti la faccia di Tudor al momento di annunciare la sua assenza è stata abbastanza eloquente. C'è stato però un episodio che ha lasciato un po' di amaro in bocca, perchè avrebbe potuto riaprire il match e parliamo ovviamente del rigore sbagliato da Rodrigo De Paul, che spesso è l'uomo della salvezza, ma che stavolta invece ha affondato definitivamente la barca.

Sono sei i rigori calciati da RoD in questa stagione. Tre segnati e altrettanti sbagliati, in un'equivalenza perfetta. Ha esordito insaccando il penalty ottenuto alla prima giornata contro il Parma, mandandone poi alle ortiche due pesantissimi contro l'Empoli all'andata (partita costata l'esonero a Velazquez) e contro il Torino, nel girone di ritorno, per un gol che si sarebbe potuto trasformare in un punto d'oro. La meccanica del diez è un po' sempre quella: rincorsa, apertura del piattone e scelta dell'angolino. Una dinamica abbastanza leggibile e che ha fatto sì che con i toscani l'emozione lo tradisse, spedendo la palla in cielo, mentre contro i granata Sirigu ha letto tranquillamente la situazione neutralizzando il tutto.

Sembrava essersi sbloccato poi l'ex Valencia, battendo Skorupski e Dragowski in due match decisivi della salvezza, fino all'errore di ieri, un rigore non particolarmente pesante a livello emotivo, ma che De Paul ha battuto nuovamente in modo leggibile. L'apertura del piatto è infatti avvenuta troppo presto, Strakosha ha letto le intenzioni del diez e in tuffo ha salvato i suoi da un gol che avrebbe potuto riaprire i giochi. Nessuno nega l'importanza di RoD per questa squadra, non è detto però che il giocatore più tecnico sia anche il più indicato a battere una cosa pesante come i rigori.

La sensazione è che l'emotività governi il ragazzo, anche in campo quando ha il pallone tra i piedi. Mettendola così, per lui i penalty possono essere pesanti e piuttosto che scegliere una soluzione "sicura" (come può essere per esempio la classica botta centrale, spesso consigliata a chi viene da diversi rigori sbagliati) allora si affida a una meccanica consolidata, ma che i portieri ormai sanno a memoria. Perchè dunque non affidare a qualcun altro un piazzato che può essere così pesante? L'importanza di De Paul non sarebbe ridimensionata, sarebbe semplicemente una presa di coscienza che ancora non è pronto per assumersi certe responsabilità, parliamo comunque di un ragazzo di 24 anni. Si può dare il compito per esempio a Mandragora, o a Pussetto (quando presente). I rigori in questo rush finale sono fondamentali, un errore può essere fatale e i tre gettati alle ortiche possono essere già una bella zappata sui piedi....

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 18 aprile 2019 alle 17:55
Autore: Davide Marchiol
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