É evidente che se si chiedesse a un qualsiasi tifoso o appassionato di calcio chi sia l’uomo chiave dell’Udinese le risposte si alternerebbero nei tre nomi di De Paul, Pereyra e Musso. Tre giocatori che sicuramente sono tra i più talentuosi della rosa e che non a caso sono pezzi pregiati su cui le grandi squadre hanno messo gli occhi per una futura sessione di mercato. Specialmente su De Paul che ha estimatori un po’ dappertutto nel Vecchio Continente e su Musso che ha dimostrato di essere un portiere affidabile ed estremamente solido pronto al salto in una big. La speranza dei tifosi friulani è che ciò ovviamente non accada ma queste dinamiche di mercato non sono controllabili dal tifoso e molte volte sono di fatto inevitabili in quanto accontentano l’ambizione di un calciatore (che ci deve sempre essere) e il bisogno economico della società oramai sempre più un’azienda.
Tornando al discorso sugli uomini chiave, ce n’è uno che è sicuramente poco appariscente ma imprescindibile per gli equilibri della squadra di mister Gotti. Stiamo parlando di Bram “Brambo” Nuytinck. La caratteristica principale dell’Udinese in questi ultimi anni è stata la solidità difensiva che ha permesso ai friulani, anche in momenti difficili, di rintanarsi nella propria metà campo e fare una partita di resistenza per difendere il risultato e magari colpire in contropiede. Tutto ciò anche grazie a Nuytnick che quando c’è si sente e quando manca anche. Uno dei migliori difensori della Serie A per media voto anche se è molto poco “sponsorizzato” da media e tifosi.
Il centrale olandese è arrivato a Udine nel luglio del 2017 dall’Anderlecht dove aveva totalizzato oltre 100 presenze, e, dopo un periodo naturale di ambientamento, si è integrato perfettamente nella mentalità del campionato italiano. Difensore ottimo nel gioco aereo, abile con i piedi ed estremamente solido e tignoso. Anche da fuori si percepisce che è uno dei leader di questa squadra e soprattutto riesce ad essere un punto di riferimento in campo sia che giochi centrale nei tre di difesa e sia che venga impegnato come “braccetto” di sinistra del pacchetto arretrato.
Come detto quando manca si sente e sono i risultati a dirlo. In questa stagione la metamorfosi dell’Udinese è passata anche dal suo recupero dopo il problema al polpaccio patito nella trasferta dell'Olimpico di Torino che lo ha tenuto lontano dai campi per 38 giorni tra dicembre e gennaio. Con lui poi salgono anche le prestazioni dei suoi compagni di reparto che sembrano aver trovato in Brambo la guida e l’esempio da seguire. É l’uomo giusto per guidare la difesa friulana perché Nuytinck è anche uomo di esperienza internazionale dato che nella sua militanza in Belgio ha collezionato 28 partite tra Champions League ed Europa League e ha anche disputato un buon numero di partite con la nazionale under 21 olandese vincendo il bronzo agli Europei di Israele del 2013 in cui l’Italia perse la finalissima con la Spagna di Morata e Isco. La chiamata con la nazionale maggiore non è mai arrivata. Chiaramente i vari Van Dijk, De Ligt e De Vrij sono tra i top mondiali ma con un po’ di fortuna e con la continuità delle prestazioni Nuytinck può sperare di strappare almeno una chiamata visto che non ha troppo da invidiare ai vari Veltman o Blind rispettivamente di Brighton e Ajax che sono stati chiamati nelle ultime convocazioni di De Boer.
Quel che è certo è che oltre ai più appariscenti De Paul e Pereyra che hanno in dote quelle giocate che fanno la differenza in zona offensiva e che dunque sono quelle che più “rubano l’occhio” l’Udinese dispone di alcuni giocatori meno visibili ma altrettanto fondamentali nell’ossatura e nelle dinamiche di gioco e di spogliatoio di una squadra. E Nuytinck è proprio uno di questi: tanto imprescindibile quanto “invisibile”.
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