La notizia era nell'aria e quest'oggi è arrivata l'ufficialità: il calcio in regione non ripartirà, almeno fino a settembre. L'aggravarsi della situazione legata al Covid ha di fatto messo la pietra tombale su quella che era la speranza di un ritorno in campo, quanto meno per l'Eccellenza. Infatti, che i diversi campionati dalla Promozione alla Terza categoria non sarebbero ripartiti appariva già abbastanza chiaro. Una flebile speranza, invece, riguardava il massimo campionato regionale. Alla fine però, usando il buon senso, in regione si è deciso di gettare la spugna, annullando la stagione e rimandando ogni discorso a settembre, o comunque a quando si potrà ripartire in sicurezza. Troppe le incertezze per i presidenti delle diverse società che, per ripartire, avevano chiesto delle garanzie come ad esempio presenza del pubblico sugli spalti e chioschi aperti in contro tendenza con quello che è, purtroppo, il momento che stiamo vivendo. 

Dopo la stagione 2019/20, anche la stagione 2020/21 va in archivio in maniera incompleta, con tutte le conseguenze del caso. Al di là del lato puramente competitivo, non bisogna scordare quelle che sono le vittime di questo periodo storico in ambito sportivo.

Le società,ad esempio. La pandemia ha messo in difficoltà dal punto di vista economico molto società del nostro calcio, realtà che, per la maggior parte, si mantenevano grazie agli incassi dei biglietti delle partite, grazie ai proventi dei chioschi, un mondo che è anche voglia di stare insieme, di passare ore piacevoli e di svago. Ma anche le società più facoltose sono state messe in difficoltà, visti gli investimenti fatti e non ripagati. 

Un altro capitolo delicato da affrontare è quello legato ai ragazzi, forse coloro che stanno pagando il costo più salato di questo momento storico. Giovani che ormai da un anno vivono sostanzialmente in una realtà parallela, privati dei loro sogni e delle loro passioni. Molti di questi si sono allontanati dal mondo del calcio, un mondo che sta perdendo progressivamente appeal. Certo, determinate società hanno continuato gli allenamenti per quanto riguarda le giovanili, ma solo in forma individuale. Togliere la partitella, il contatto, significa andare contro quella che è l'essenza stesso di questo sport. Molti sono coloro che hanno deciso di abbandonare.  Il riferimento non è soltanto ai più piccoli, ma anche ai ragazzi più grandi attesi dal passaggio in Prima squadra, che nell'adattarsi al calcio dei grandi pagheranno un caro prezzo negli anni a venire. 

Il mondo dei dilettanti, il calcio più genuino ed ingenuo, quello dove la passione è predominante sul denaro, dove con qualsiasi temperatura l'importante è ritrovarsi al campo e correre dietro al pallone, dove il terzo tempo è quasi un momento sacro,non ripartirà. Per ora. La speranza è che se ne possa riparlare per il prossimo settembre quando, si spera, saremo riusciti finalmente ad uscire da questo incubo. Nel frattempo, non rimane che provare a guardare con fiducia al futuro e alla scienza, consci che questo potrebbe essere l'ultimo sforzo prima di un ritorno sui campi. Questa volta definitivo. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 10 marzo 2021 alle 19:00
Autore: Jessy Specogna
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