In casa Udinese oggi è stato il Marino day, il giorno in cui Pierpaolo Marino, ha fatto il suo ritorno ufficiale in bianconero. Voglia, ambizione, convinzione che il modello Udinese è ancora valido e che la squadra ha grandi potenzialità ma soprattutto che i Pozzo amano ancora questa squadra. Sono questi i macro temi toccati dal neo direttore dell'are tecnica bianconera nella conferenza stampa di presentazione.
A fare gli onori di casa è stato uno dei suoi uomini fidati, il presidente Franco Soldati: "Quando sono entrato nell'Udinese nel 1999 chi mi ha ricevuto e mi ha fatto crescere è stato Pierpaolo Marino. E' stato lui ad aiutarmi nei primi anni della mia presidenza. Lavoravamo sempre a stretto contatto, è stato una persona che mi ha fatto crescere dal punto di vista personale in un settore per me prima sconosciuto. Se sono qui oggi e anche merito suo. Non ci siamo mai lasciati in questi anni, è sempre rimasto un legame. Sono molto felice che sia rientrato qui da noi. Un bentornato ad un professionista di altissimo livello che permetterà all'Udinese di crescere ancora".
Parola poi al direttore generale Franco Collavino: "Riabbracciamo un amico, un grande professionista che torna a far parte di questa società. Rientra con il ruolo di direttore dell'ara tecnica e con un contratto triennale. Non ha bisogno di presentazioni, qui ha lasciato ricordi indelebili. E' un professionista dalla grande competenza, sarà molto importante per la costruzione della squadra. Mi fa piacere che i tifosi abbiamo appoggiato la scelta della società di ripuntare su di lui".
Spazio poi, ovviamente, al grande protagonista di giornata: "Per me è un ritorno a casa, qui mi sento in famiglia. Non ho mai lasciato Udine, sono sempre rimasto qui. La mia presenza ho cercato di farla pesare poco, non ho mai voluto essere ingombrante nell'ambiente. Ho avuto la possibilità di andare a fare esperienza in altri club, Udine per me è quanto di meglio mi potesse capitare in questo momento. Ho tralasciato altri porgetti per tornare qua, per il rapporto con i Pozzo e con la piazza. Ho sempre saputo che prima o poi sarei tornato, perché mi sento legato visceralmente a questa città che mi ha adottato. Già il calore, l'affetto, con cui voi della stampa e la gente mi avete accolto è un carico di responsabilità forte. Non voglio perdermi in chiacchiere ma dare il mio contributo.
Ritrovo gli uomini che avevo scelto, uomini a cui sono legato da una vita. Sono nel contesto ideale per partire subito bene. Non sono qui a fare stravolgimenti, sono qui per essere un valore aggiunto, per incidere con la mia personalità. Devo tenere quanto più vicina la proprietà alla squadra. i Pozzo mi hanno assicurato che il loro cuore è con l'Udinese. Conosco Giampaolo dall' '86, da quando gli ho venduto Bertoni. Questo imprenditore di successo amava l'Udinese a tal punto che la presa in una condizione difficile sia nei conti che nella classifica. Ha avuto coraggio, nei primi anni ha sofferto. Reputo lui e la sua famiglia dei proprietari da calcio antico, non da calcio moderno, figure che altrove non ci sono più. A Udine abbiamo una famiglia che ha dato al calcio e a questo club risultati prestigiosi. La continuità sono stati loro. La mia garanzia, quando ho palato con Gino una settimana fa, è stato l'amore che loro hanno ancora per questi colori. Se avessi avuto una sensazione di precarietà credetemi non sarei venuto qua. Sento lo stesso interesse per l'Udinese di quando si conquistava l'Europa.
Voglio far rendere al massimo una squadra che ha delle ottime qualità al suo interno. Devo aumentare l'autostima e il senso di appartenenza di questi giocatori al contesto. Questa era la caratteristica dell'Udinese di una volta. Questo è l'aiuto che chiedo a tutti, il contesto deve tornare virtuoso come lo era in quei tempi.
Ho ammirato come il pubblico si è sempre stretto alla squadra nei momenti di difficoltà, quel pubblico deve essere il supporto per far capire ai giocatori in quale contesto si trovano. Ringrazio la curva nord che mi ha voluto dedicare uno striscione, i tifosi li ho sempre portati nel cuore. Dobbiamo ricostruire quel circuito virtuoso fatto da società, tifosi e squadra che è il trampolino di lancio per arrivare lontani. Se non ci autostimiamo poi i giocatori ci portano a delle situazioni che non rappresentano il ranking dell'Udinese. Sono convinto che si possa tornare a ricreare qualcosa di importante.
Nell'area tecnica sapete come lavoro, qui c'è tutto il necessario per fare le cose in grande. Farò stare sempre più vicina la proprietà ai programmi e ai progetti che faremo. Ci sarà partecipazione e condivisione. Sono stato informato di tutti i problemi sui quali serve agire fin da subito. Non sono un mago ma ho tanta determinazione ed entusiasmo. Questa era la cosa che volevo fare alla fine della mia carriera, invecchieremo insieme con i Pozzo.
Ho ricevuto tanti messaggi, mi ha fatto piacere leggere quelli dei miei ex giocatori, Di Natale, Amoroso, di Fabio Cannavaro dalla Cina, di mister Allegri che ho lanciato e scoperto.
A me interessava toccare il polso dei Pozzo. Sono sempre quelli, quelli da calcio antico. Appartengono ad un'altra qualità. Non vengo qua per un revival, il calcio per me è sempre futuro. Quello che ho fatto resta alle spalle, non guardo al passato. Spero di trasferire il mio entusiasmo alla famiglia, con l'amore che hanno sono convinto che daranno sempre di più a questa squadra. Non faccio nessuna promessa se non quella di lavorare tanto per questi colori. Se ci sarà un lavoro certosino potremo fare cose importanti. questo è un lavoro lungo, per questo ho accettato tre anni, per meno tempo non avrei accettato.
La squadra è buona, poteva fare molto di più. Ho delle idee su cosa non ha funzionato e sono pronto fin da subito ad intervenire. Mi sono accorto che le squadre che arrivarono in Europa segnavo di più. Dobbiamo aumentare l'equilibrio della squadra, la difesa per me è fortissima e sono sicuro che Tudor, da difensore, migliorerà. Costruiremo un grande centrocampo, sarà questo il nostro motore. Per stare dall'altra parte della classifica dobbiamo migliorare davanti.
L'obiettivo salvezza è un nostro dovere ma è il minimo che dobbiamo a questa città. Prima la guadagneremo prima potremo guardare avanti. Non dobbiamo rinunciare ad essere ambiziosi. Voglio fare questa impresa. L'Udinese nel medio periodo deve tornare a far parte della parte sinistra della classifica.
Con Gino, che è cresciuto con me, c'è tanta empatia. Lui da me può attingere ulteriori esperienze anche se è un grande manager internazionale.
Due imprese di Tudor, con la squadra con il morale sotto i tacchi. Non vedo l'ora di confrontarmi con lui.
Modello da ripensare? No. E' vero che si è sofferto fino alla fine, pure io ero molto preoccupato delle sorti di questa squadra. se Tudor non fosse subito riuscito a dare una svolta nella testa dei giocatori la situazione sarebbe stata davvero preoccupante, nonostante questa sofferenza l'Udinese è arrivata a due punti dal decimo posto. Non mi lascio influenzare, sono convinto che il modello Udinese sia ancora ottimo. Di modelli migliori di questi ce ne sono ben pochi in italia e nel mondo.
Non mi penalizza arrivare con alcune scelte già fatte. Sono scelte che avrei fatto anche io, non cerco alibi in questo. Dall'esterno posso aver avuto delle impressioni sbagliate, le cose le devo verificare da dentro, toccarle con mano. Il primo anno per me sarà di conoscenza, di studio. spero di azzeccare tutto subito per poi iniziare a divertirmi.
Lasagna è un giocatore che ha delle qualità impressionanti, deve andare in doppia cifra. Il suo strappo mi ricorda molto un giocatore che portai a Udine, Roberto Muzzi. Gli devi dare l'opportunità i di mettere a frutto la sua velocità esplosiva. Attaccanti così, per la potenzialità dei nostri investimenti, non se ne trovano in giro. Devo essere bravo a ridargli entusiasmo e voglia, per lui non è stata una stagione facile dal punto di vista fisico e del contesto.
Si sono stati qui stranieri che hanno dato tanto, che sentivano l'udinesità addosso. Parlo di Sensini, di Amoroso, giocatori che hanno comunicato un grande senso di appartenenza. Dobbiamo dare noi, società e tifosi, l'attaccamento. Servono anche delle bandiere che possano trasmettere questi messaggi ai nuovi. Non è facile al giorno d'oggi trattenere i propri giocatori ma sarà importante ricostruire uno zoccolo duro.
Questo periodo mi serve per capire meglio le potenzialità. Amoroso era un oggetto misterioso e aveva le valige in mano, poi diventò un grande campione. Prima di buttare via gente ed idee voglio capire. Determinati giocatori possono dare delle smentite nel tempo. Sarò comunque attento all'attacco, per avere almeno due giocatori che vadano in doppia cifra. Se non possiamo comprare una coppia come fu quella Di Natale-Quagliarella, la costruiremo in casa. ovvio che il mercato ci può dare una mano.
Aspettavo questa telefonata da due anni. Ho detto a Gino che non serviva nemmeno parlare, ho dato subito la mia disponibilità. credetemi, se avessi avvertito delle situazioni negative non avrei accettato. i pozzo hanno primariamente in testa l'udinese, su questo metto la mano sul fuoco. il cuore dei pozzo sta a udine e ve lo garantisco".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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