Kevin Lasagna è di San Benedetto del Po, paesino vicino a Mantova. Proprio il Corriere di Mantova l'ha allora raggiunto negli ultimi giorni del ritiro per un'intervista. Si parte ovviamente dalla paura di retrocedere, che Kevin conferma di aver avuto: "Sì. Eravamo messi male in classifica e a quel punto era obbligatorio vincere le ultime partite".

Dopo la sconfitta col Crotone è uscito in lacrime: "Ci tenevo tanto. È stata una reazione nervosa. Non era la prima volta, mi era già capitato da professionista".

Il soprannome KL15: "Nessun imbarazzo, la trovo una cosa simpatica, cominciata dai tifosi del Carpi . Il numero 15 mi era stato dato al Carpi agli inizi e da quel momento l’ho sempre tenuto".

L'anno scorso 12 reti con due mesi di infortunio, ci si chiede se l'obiettivo non possa essere 15 reti e se il desiderio dell'anno scorso di farne 5 non fosse poco ambizioso: "Sarebbe un bel traguardo. Bisogna fare un passo alla volta. Oggi è diverso".

Quando Ronaldo alzava la Champions, Lasagna era al Governolo, non si sarebbe mai aspettato di poterci giocare contro: "Mai. Ma l’arrivo in Italia di CR7 sarà un vantaggio per tutti. Il calcio italiano ne guadagnerà in visibilità".

Tante offerte comunque per i suoi compagni nonostante l'annata deludente: "Significa he le individualità c’erano e ci sono, e infatti abbiamo vissuto una fase della stagione ottima. Non è stato un caso. Il guaio è che nei momenti di difficoltà non siamo riusciti a essere squadra".

Anche per KL15 tanti interessamenti ma: "Per adesso meglio qui. Voglio fare di tutto per portare l’Udinese il più in alto possibile".

È lui il simbolo della campagna abbonamenti: "Non male dopo un solo anno in questa società. Mi ha fatto molto piacere quando me l’hanno detto".

Gli allenatori: "Con Delneri giocavo esterno e facevo un po’ di fatica, Oddo mi ha avvicinato alla porta esaltando le mie caratteristiche".

Velazquez: "Si è creata una buona empatia. Mi piacciono i suoi metodi di lavoro: sempre alta intensità e niente lavoro a secco. C’è sempre il pallone senza che per questo il volume del lavoro diminuisca".

La paura mostrata in certe partite: "Diciamo che nel momento di massima difficoltà essere un gruppo più forte ci avrebbe aiutato".

L'arrivo di Pradè significa che: "Che la società vuole lottare per obiettivi importanti".

Lasagna ormai sembra un punto di riferimento anche per i tifosi: "La considerazione della gente è sempre gratificante. Se i tifosi mi vogliono bene è perchè si sono accorti che in campo do il cento per cento e non mollo mai. Quando fai questo la gente sta sempre dalla tua parte".

Barak ha detto di volere più di 40 punti, ma quest'anno la A sembra più dura dell'anno scorso: "Sarà una stagione avvincente da vivere. Noi prima pensiamo a fare 40 punti, poi guardiamo oltre. Sarà importante partire bene, lo scorso anno le prime due sconfitte ci hanno un po’ condizionato".

L'uso dei social: "Mai esagerare come in tutte le cose. Poi, specialmente nei momenti difficili, appena pubblichi una cosa ti può essere rinfacciata. Meglio evitare".

Il gol fallito che gli è rimasto in mente: "Ne ho falliti parecchi, ma se devo sceglierne uno dico quello con l’Inter nel ritorno. Eravamo ancora sullo 0-0 e centrai Handanovic in uscita: potevo fare meglio".

Paolo Poggi ha detto: fossi un giovane un passaggio per l’Udinese non me lo farei mancare nella mia carriera. "Fate la domanda al meno indicato. Io ho giocato in tutte le categorie, crescendo anno dopo anno. Udine è una tappa consigliabile, ma il discorso è sempre lo stesso: conta giocare. Io a 14 anni me ne andai dal Chievo perché non vedevo mai il campo".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 07 agosto 2018 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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