Domenica ha messo un altro tassello su quella che per lui è una stagione praticamente perfetta; la parata su Gomez è stata decisiva per non far crollare il fortino friulano all’Atleti Azzurri d’Italia. Ormai Orestis Karnezis ha convinto anche i più scettici della bontà dell’investimento fatto dall’Udinese e della scelta di Stramaccioni, che ha relegato al ruolo di riserve il giovane Simone Scuffet ed il veterano Zeljko Brkic (quest’ultimo trasferitosi a Cagliari). Titolare da inizio campionato, il greco ha mostrato doti da vero numero uno. Nelle uscite alte è sicuro ed attento, non ha paura nell’uno contro uno contro l’attaccante. È dotato di un ottimo tempismo (come dimostra l’uscita chirurgica su Denis domenica),oltre ad essere preciso e rapido nel distendersi per difendere la porta.


Karnezis è partito in punta di piedi, in maniera discreta. Ha saputo mantenere la calma e la concentrazione per ribadire quanto di buono già mostrato ai Mondiali brasiliani, quando con la sua Grecia ha raggiunto gli ottavi di finale, fermato solo dagli dei del calcio che hanno tifato per la Costa Rica al momento fatidico dei rigori. Ha sbagliato pochissimo ed il momento più complicato nella sua avventura in bianconero è stato in occasione della papera contro l’Hellas Verona. Un errore rumoroso anche per la sconfitta dell’Udinese. Da quel giorno Orestis ha promesso a sé stesso che non si sarebbero dovuti verificare altri episodi simili. Promessa finora mantenuta.  Il rendimento dell’estremo difensore greco da quella volta è stato impeccabile ed in continua crescita. Inevitabile che i grandi club protagonisti del campionato gli abbiano già messo gli occhi addosso. Curioso che le due società più accreditate ad assicurarsi il suo cartellino in estate lo vogliano per rimpiazzare due ex friulani, De Sanctis a Roma e Handanovic all’Inter. Questo testimonia anche che l’esplosione di Karnezis lo ha posto già su un livello eccellente ed il paragone con due grandi portieri della massima categoria non è assolutamente scomodo. Senz'altro i due mostri sacri hanno uno stile differente rispetto al greco: Handanovic è molto più impostato e solido, concede poco allo spettacolo, ma grazie alla sua stazza è molto efficace; De Sanctis è un leader della difesa, comanda bene i compagni di reparto ed è uno dei migliori portieri sulle uscite alte. Karnezis ricorda in parte l'attuale numero uno capitolino nelle uscite, mentre ha un analogo senso della posizione, seppur in tono minore, del collega sloveno. Nonostante ciò è più reattivo sulle conclusioni dalla distanza ed è meno "quadrato" di Handanovic.

Ora però viene il bello ed il difficile: confermarsi fino a fine stagione, senza curarsi troppo di questi paragoni e non cedendo subito alle pericolose ed ammalianti sirene di mercato; e se l’approdo in una società dalle grandi ambizioni dovesse davvero farsi, sarà fondamentale non farsi schiacciare dalla pressione e restare concentrato e lucido come ha fatto finora. Le capacità per realizzare tutto ciò ci sono tutte.
 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 18 marzo 2015 alle 08:30
Autore: Federico Mariani
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