Quando si fa un pezzo per criticare un giocatore bisogna fare una premessa doverosissima: non siamo qui a crocifiggere il ragazzo, dichiararlo inadeguato o dire che non deve giocare, il mister e la società fanno le loro scelte e se un giocatore ottiene la maglia da titolare è perchè qualche qualità la ha. Detto questo però siamo chiamati ad analizzare ciò che vediamo e, pur non avendo fatto Coverciano, delle impressioni le abbiamo. La gestione Tudor ci ha mostrato fino ad ora tante cose, una squadra più compatta, grintosa, che non si scioglie alle prime difficoltà e cerca di esprimere il proprio gioco senza paura. Basti pensare a quanti giocatori sembrano trasformati ora, da De Paul a Okaka passando per Fofana o anche giocatori più di mestiere come Stryger Larsen. La nota stonatissima però è Samir.
Caetano de Souza Samir, il brasiliano di belle (molto belle) speranze arrivato dal Flamengo nel 2016 e che nella sua prima stagione in bianconero si era affermato come un giocatore dalle ottime prospettive. Nato centrale, aveva rivelato una certa sicurezza, dando il meglio di sè facendo il terzino sinistro, grazie a una corsa che gli permetteva di affondare sulla fascia e poi ripiegare molto velocemente per tappare le falle dietro. Aggiungiamoci anche uno stacco di testa apprezzabile. Sembrava una storia dal lieto fine già scritto, visti anche gli interessamenti immediati di club di spessore. E poi? E poi purtroppo qualcosa si è rotto. La discesa del calciatore è stata costante. Messo in qualsiasi ruolo il ragazzo di Rio ha fatto danni. In mezzo alla difesa ha palesato amnesie, mentre nè come terzino nè come quinto di centrocampo ha più manifestato quella personalità vista inizialmente.
Il tutto fino ad arrivare ad oggi. Il brasiliano con Tudor è rientrato dopo alcuni mesi di infortunio dovuti alla rottura dei legamenti della caviglia. Contro il Milan è tornato subito titolare, anche per mancanza di alternative reali. Il croato quindi gli ha chiesto almeno un tempo di autonomia, in cui non avrebbe neanche sfigurato se non si fosse perso Piatek su un cross di Cutrone abbastanza leggibile. Contro l'Empoli altro primo tempo da panico, con anche il fallo abbastanza ingenuo per la punizione dello 0-1. Nel match con i toscani era andato in crescendo, facendo pensare che forse il problema potesse essere una condizione fisica necessariamente non ottimale. Poi con la Roma il fattaccio: attacco dei giallorossi, De Rossi si accascia a terra e Samir incomprensibilmente anzichè coprire il corridoio per il possibile assist a Dzeko si ferma e alza la mano. Il risultato è il gol del bosniaco. Un errore non imputabile ad alcun tipo di problema fisico, ma attribuibile solamente a un calo di tensione di livello così alto da non essere accettabile in Serie A e infatti la Roma ha ringraziato e preso i tre punti dopo una partita tutt'altro che esaltante.
Cosa sia successo non lo può sapere neanche lo staff, Tudor è stato un difensore di alto livello e le sue parole sono eloquenti: "Non c’è una spiegazione, se l’arbitro non fischia devi continuare a giocare. Se non si fosse fermato, era là e avrebbe fermato Dzeko. Bisogna migliorare anche su queste cose, è mancata concentrazione". Solo il ragazzo sa cosa gli sia scattato in testa e solo lui sa il perchè di una carriera che poteva essere un'iperbole e che invece sta diventando una parabola sempre più in picchiata verso il basso.
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