L'Udinese di quest'epoca è incredibile, un giorno puoi parlare di grande prestazione e di squadra alle soglie di un possibile salto di qualità... e tempo una settimana si sente parlare di "sono momenti in cui si tocca veramente il fondo" (Pierpaolo Marino post partita). Come sia possibile una metamorfosi del genere in pochissimo tempo è un mistero. Certo si sapeva che quella di Bergamo era una partita difficile, ma addirittura perdere 7-1 è qualcosa di inconcepibile, è la quinta sconfitta peggiore di sempre nella storia bianconera. Per vedere un'Udinese che prende 7 reti bisogna andare indietro fino al 28 settembre 1968, quando il Foggia in Friuli fece il colpo grosso, ma in Serie B. Se invece prendiamo in considerazione la Serie A si va ancora più indietro, quando nella stagione 1958/1959 i bianconeri ne presero sette sia dal Milan che dalla Fiorentina. In ogni caso parliamo di 50 o 60 anni fa, eoni nel calcio.

Tudor vuole sfruttare la partita in più nelle gambe dell'Atalante e propone una squadra più veloce, con Samir e non Opoku sull'esterno. Un azzardo (dietro restano tre giocatori non particolarmente rapidi contro tre velocisti), ma all'inizio la mossa sembra pagare, tanto che già al 12' Okaka in contropiede infila il suo terzo gol stagionale. Decisione portata anche dalla solidità mostrata fino ad ora dalla tanto decantata fase difensiva friulana. Poi però il croato mantiene questo assetto e dietro non si scricchiola, si crolla di brutto, con Ilicic che banchetta prima pareggiando, poi conquistando il rigore del vantaggio e facendo buttar fuori un Opoku palesemente fuori ruolo e non in grado di tenere testa alla velocità del Papu Gomez e dello sloveno. In questo caso le colpe sono da spartire, il ghanese ovviamente pecca di ingenuità, ma anche il tecnico una volta trovato il vantaggio forse sarebbe dovuto scendere a più miti consigli, dei centrali solo Samir poteva sul breve tenere uno dei velocisti, sui 100 metri nemmeno lui è in grado di reggere e lo dimostrerà nel secondo tempo. L'Atalanta chiude il primo tempo insaccando la palla del 3-1 e chiudendo i giochi... o almeno così sembra.

L'Udinese infatti, il gruppo solido e battagliero visto fino ad ora, si scioglie senza apparente spiegazione, lasciando completamente il campo all'attacco più forte del campionato che pasteggia in tranquillità. Finisce 7-1 solo perchè Musso sui tiri dalla breve distanza risponde presente (e perchè Ilicic da fuori centra la traversa).

In conferenza Tudor ovviamente non getta la croce addosso ai suoi, cercando di spartire le colpe come logico, ma dicendo "prendo questa partita come un episodio". Ai piani alti. vedendo forse anche il passato di questa squadra, la prendono un po' meno come un episodio, tanto che il DT Marino parla già di possibile ritiro (che però come sempre andrebbe fatto in posti isolati e non in hotel a 5 stelle, avrebbe poco senso, ma questa è una decisione che spetta alla dirigenza).

Se si parla già di un provvedimento del genere è chiaro che il cambio di faccia visto nel secondo tempo non è piaciuto per nulla, anche perchè proprio in questo momento doveva vedersi il grande gruppo e invece si è vista una squadra impaurita e con i singoli che puntavano più a salvare la propria prestazione che srotolare una ragnatela per cercare di evitare il tracollo puntualmente arrivato.

Vedremo cosa deciderà la società dopo le pesanti parole di Marino, ma è chiaro che sono un primo segnale di sfiducia. Parlare di crisi sarebbe assolutamente esagerato perchè fino ad ora l'Udinese era stata solida, ma contro la Roma, altra squadra ostica, bisognerà mettere in mostra una bella reazione, anche perchè sennò a Marassi con il Genoa, partita già difficile di per sè, le cose potrebbero complicarsi.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 28 ottobre 2019 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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