Prendo in prestito il titolo della celebre opera letteraria di Giuseppe Berto per questo articolo, perchè guardando il recente passato dell Udinese si ha davvero l'impressione che ci sia un qualcosa che affligge questa squadra da diversi anni impedendole di ritornare ai posti in classifica a cui ci aveva abituati non più tardi di 6\7 anni fa. Per molti, l'addio di Di Natale ha segnato un solco tra il prima e il dopo,ma puo davvero bastare l'addio di questo grandissimo campione per giustificare anni di sofferenze esoneri ritiri contesazioni ecc ecc? Qui ognuno avra' la propia opinione. Tuttavia sia prima che dopo il ritiro dell'indimenticabile capitano, l'Udinese, è innegabilmente stata avanti per quanto riguarda la gestione e la capacita' di leggere in anticipo quello che poi anni dopo è diventata la normalita' o quasi per le altre squadre. Per fare alcuni esempi la VAR che ora è diventata qualcosa di normale (anche se con ancora molti punti da migliorare) fu ideata pensata e provata propio a Udine sotto la spinta di " Paron" Pozzo stanco di arbitraggi alquanto discutibili (ricordo ne parlo' per la prima volta dopo un Udinese Juvenus...), un altro esempio e vanto al tempo stesso sono le magnifiche strutture e campi d'allenamento, grazie alle quali, a detta di molti addetti ai lavori, è una delle societa' migliori d Italia dimostrando l'importanza di avere delle strutture anche a livello giovanile che consentano di lavorare al meglio durante la settimana e sopratutto, nonostante il bacino d'utenza limitato, ha fornito in tempi da record uno stadio gioiello e di proprieta'.

Il Dacia Arena infatti è probabilmente il migliore stadio d'Italia assieme a quello della Juventus, e, seguendo il modello inglese ha tolto le barriere che dividevano il campo dalle curve e avvicinato il pubblico tanto che ora i giocatori quasi si riescono a toccare durante le partite. La societa' inoltre anche qui prima di tutte le altre ha capito che serviva un' alternativa alla prima squadra per far giocare i molti giocatori sotto suo controllo dopo che si era capito che le squadre "primavere" non bastavano a far crescere e maturare i giovani talenti. Quindi che fare? La famiglia Pozzo compro' il Granada in Segunda divisione spagnola e in pochi anni la porto' in Liga, facendoci giocare molti ragazzi che a Udine non trovavano spazio o non riuscivano ad adattarsi.

In seguito fu il turno del Watford antica e importante societa' di Londra anche essa comprata in serie B e portata in 3 anni in Premier league, altro successo sportivo e soprattutto economico (vedi diritti televisivi della Premier). Ora le cosidette societa' satellite sono quasi la normalita'. A livello comunicativo poi è stata creata Udinews che in poco tempo è diventata una realta' televisiva importante e visibile in chiaro in tutto il nord est. Nonostante tutta questa evoluzione pero' sotto il punto di vista sportivo è iniziato un purgatorio o, appunto, questo male oscuro fatto di 5 anni pieni di sconfitte, delusioni, ed allenatori su allenatori che uno dietro l'altro fallivano clamorosamente ogni aspettativa, Stramaccioni,Colantuono,Iachini, Del Neri, Oddo, Velazquez,,Nicola, (lo so non sono in ordine temporale..ma è stato un tale marasma...!) Ogni anno si rischiava di cadere e spesso si cadeva in uno psicodramma sportivo fino alle desolanti umilianti e tristissime 11 sconfitte consecutive dell'anno scorso. Ogni anno si ripartiva da zero, ogni anno doveva essere quello del riscatto e invece... niente, come se all'improvviso un maleficio avesse colpito la squadra e puntualmente il copione si ripeteva.

Ogni anno l'involuzione dei giocatori a disposizione del povero allenatore di turno sembrava inarrestabile, si cambiavano preparatori, allenatori, tabelle di allenamento direttori sportivi ma nulla,qualcuno inizio' a pensare di chiamare un esorcista, qualcun altro uno psicologo. A detta di molti di noi tifosi, il problema a dire il vero sarebbe abbastanza chiaro e si nasconderebbe dietro a una proprieta' un po' troppo distratta, assente, con ben 3 club da gestire, diventati due dopo la vendita del Granada. L'Udinese sarebbe stata messa un pochino in secondo piano davanti a questo giocattolo nuovo chiamato Watford e davanti ai maggiori introiti che essa ricava. Tutto chiaro? il problema è questo? certo potrebbe esserlo... pero' questo stona davanti a una proprietà che spende 60 milioni per dare ai suoi tifosi e alla città di Udine un gioiello come il nuovo stadio,stona con le capacita' indubbie di una famiglia che con la prossima stagione ha mantenuto la nostra Udinese i serie A per 25 anni di fila,con plusvalenze e bilanci invidabili.

Tutto ciò stona con una dirigenza che per anni ha portato il club in Europa, con decine di squadre costruite con pochi soldi e molta lungimiranza. Ora, a quanto pare sembra che qualcosa sia cambiato,per la prima volta un allenatore è stato confermato a furor di popolo, e, assieme a lui, l'ossatura di una squadra che nonostante qualche inevitabile cessione verrà confermata...che il male oscuro, come lo chiamo io, sia stato sconfitto? Solo il futuro e probabilmente il calciomercato ce lo diranno, io intanto pero' vorrei sottolineare una cosa: secondo me è estremamente importante la conferma del direttore Prade', come dice una nota pubblicità: "per non vendere sogni ma solide realtà'" ci vogliono delle fondamenta importanti e dopo anni di direttori alternatisi in continuazione, finalmente sembra che ci sia una persona forte,che sa come muoversi,che sa cosa fare, anche nelle situazioni complicate,un direttore che mi ha ricordato Marino ai tempi di Zaccheroni; se perdessimo dopo un solo anno anche lui a mio parere vorrebbe dire che ancora una volta, il male oscuro non è stato sconfitto e continua ad aleggiare sopra Udine come un fantasma, impalpabile quanto misterioso.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 06 giugno 2019 alle 15:20
Autore: Martino Pavan
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