Anche ieri contro la Roma l'Udinese ha giocato bene, forse anche fin troppo bene, ma alla fine le prende sempre. E' la dura legge del gol e l'Udinese è stata costretta a pagarne dazio. I bianconeri hanno palesato una pochezza offensiva disarmante. Molto meglio rispetto ad alcune uscite precedenti ma non ci siamo ancora. Guidolin rivolta il modulo della squadra come un calzino regalando ai tifosi un' Udinese a spinta anteriore, ma, vuoi la paura della squadra, vuoi un Di Natale in forma deficitaria, l'Udinese non ne fa uno. Anzi lo prende.

L'Udinese parte molto bene, forte di un modulo, il 4-3-1-2, che riesce a far rendere i bianconeri al di sopra della proprie possibilità. Il problema sono gli interpeti e in particolare i "bamboccioni" dell'allenatore, quelli che trovano sempre posto al di la delle condizioni psico-fisiche. In particolare si vuole fare un riferimento a Lazzari e Di Natale, giocatori che sono completamente fuori forma e che meriterebbero un periodo di panchina per recuperare le forze. Bisogna tornare alla meritocrazia,alla coerenza, che sono due qualità fondamentali per l'Udinese e per Guidolin.

La partita del Friuli ci ha messo davanti ad una dura verità: Vince chi segna. L'Udinese attuale non riesce (o non cerca) di segnare. Le partite dovrebbero essere giocato sulla falsariga del primo tempo con la Roma, con un Udinese arrembante e vogliosa di imporre la legge del Friuli anche davanti alla capolista. Nel secondo tempo l'Udinese è rientrata in campo in modo arrendevole con poca spina dorsale, con l'unico obiettivo di gestire il risultato, e difatti è arrivato il gol punitore del romanista Bradley. C'è poco da fare: Vince la squadra che ha più fame.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 28 ottobre 2013 alle 10:30
Autore: Michele Taboga
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