Quarta partita di campionato e quarta volta che lasciamo il possesso palla all'avversario. Anche il Chievo, che assieme a noi e forse più di noi era squadra passiva, riesce a infliggerci un bel 56/44. Il dato, di per sé, non dice molto; va interpretato. Ed allora notiamo che il 44% del tempo di gioco in cui i bianconeri avevano il pallone può essere scomposto in un 67% entro la propria metà campo. Diverso il discorso per i clivensi, il cui possesso è stato maggiormente (seppur di poco) nella metà campo avversaria. Si giocava a calcio romano, avete presente?

Continuiamo: il Chievo ha manovrato 21 azioni contro le nostre (misere) 4 e bisognerebbe chiedere a De Paul e Kums, acquistati per alzare il tasso tecnico della squadra. Il Chievo ha tirato 14 volte contro i nostri 7 tiri. Vincere sarebbe stato un furto, lo abbiamo visto tutti. Ci ha pensato Armero a dare giustizia alla partita, ma non che gli altri compagni fossero meno colpevoli.

Dei nostri, Zapata ha tirato molto in porta e ha fatto un gol, segno che è ritrovato. Hallfredsson ha recuperato molti palloni. Un segno confortante è che anche Danilo “ruba” palla agli avversari, il momento critico sta passando, ma perde ugual palloni tutti in fase di costruzione (Kums non pervenuto). Peccato che le statistiche non descrivano le linee di difesa inermi sui cross a 8 minuti dalla fine e a pochi secondi dalla fine, un autentico suicidio.

Il nostro attacco era tutto, e colpevolmente solo, nei piedi di Zapata, con 5 occasioni da gol. Dietro ci sono ben quattro giocatori del Chievo, segno che De Paul e Thereau non sono pervenuti. Idem per i cross, tutti dei clivensi, a testimonianza di una difesa che non ha saputo coprire le fasce e un centrocampo che non ha saputo proporsi ed allargare gli avversari. Per la difesa, mancavano i due titolari di fascia, Samir e Widmer, ma per la fase offensiva?

Appare evidente, guardando il grafico sulle posizioni medie in fase di possesso palla, “gentilmente offerto” dalla Lega Calcio Seria A come la sconfitta sia figlia del secondo tempo. Mentre il primo tempo vede posizioni e baricentro simili, la ripresa fa notare inequivocabilmente un arretramento nostro e un avanzamento (netti entrambi) loro. Semplicemente, come a Roma, l'Udinese non è tornata in campo. Ancora, Udinese baricentro sui 47 metri contro quello del Chievo sui 57 (e considerate che i 10 mt tengono pure conto di un primo tempo praticamente alla pari!).

Questo si era visto anche in campo, già dall'inizio, l'Udinese questa volta è stata una squadra lunga, con quasi 32 metri contro i 20/21 di Milano. Quando ti allunghi, per forza di cose lasci sguarnite le parti del campo dove sei debole: entrambi i gol sono venuti dalla destra, un autentica autostrada a tre corsie nell'ultimo quarto d'ora.

I numeri non mentono. Mentre contro Empoli e Milan parlavano di una squadra presente, magari un po' fortunata, ma sicuramente ben messa in campo, con un suo carattere; contro il Chievo la sconfitta ci sta tutta. I bianconeri sono crollati, la continuità è questa: una squadra vittima del poco carattere dei suoi attori principali, da tre anni..

Negli ultimi anni la colpa è stata data sempe agli allenatori. Ne sono succeduti cinque in poco più di tre anni. Iachini ha dimostrato di sapere dove stanno i mali (possesso palla, pochi tiri in porta e "gruppo"), lo ha ammesso ed è stato trasparente. Ora tocca anche ai giocatori superare i 45 minuti contro Roma e Chievo, due riprese che hanno buttato via un lavoro iniziato bene. Perché Iachini ha cercato di difendere una partita indifendibile, ma la questione dell'allenatore sta diventando l'alibi supremo di tutto un ambiente.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 19 settembre 2016 alle 12:00
Autore: Giacomo Treppo
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