Quanto importante sia la sfida contro l'Inter per dare seguito al primo successo esterno conquistato contro il Sassuolo lo spiega chiaramente mister Guidolin nella conferenza stampa della vigilia: "Vincere in Serie A è sempre difficile. Quando giochi male, come noi abbiamo fatto con Atalanta e Chievo, il massimo che puoi raccogliere è lo 0-0. Secondo me la prestazione di Reggio Emilia è stata buona. Nel finale di gara abbiamo sofferto perché anche noi, come il Sassuolo, eravamo in dieci uomini: Pereyra non riusciva più a muoversi, ma avevo terminato i cambi. La prima vittoria fuori casa è importante, ma bisogna darle seguito. Il risultato di Reggio non conta più, dobbiamo essere pronti e guardare avanti".

Ci fa un bollettino medico della squadra?

"Basta e Maicosuel sono indisponibili. Le squadre di Mazzarri sono toste e difficilmente disattente. Il tecnico livornese è sempre riuscito a costruire buoni meccanismi di gioco con le sue squadre. Adesso dispone di un gruppo forte, giovane e di qualità con ragazzi come Guarin, Kovacic, Alvarez, Juan Jesus e Palacio".

Imposterete la partita come contro la Roma?

"Con i giallorossi abbiamo cercato di stare più alti possibili. Non so se la gara di domani si svilupperà come quella di domenica scorsa. Sono certo che sarà una partita dura perché l'avversario è di qualità".

L'assenza di Handanovic potrebbe rappresentare un problema per i nerazzurri?

"Lo sloveno è un giocatore che pesa molto nell'economia di una squadra. E' tra i primi cinque portieri d'Europa e probabilmente sale sul podio. Ricordiamo tutti quello che ha fatto per noi e la crescita che ha avuto a Udine. L'Inter è comunque coperta anche in quel ruolo".

Segnali confortanti arrivano da Pereyra.

"L'argentino è in fase di crescita, ma aspettiamo la prossima partita per avere la conferma. E' un elemento capace di cambiare ritmo, giocare senza palla e saltare l'uomo. Deve insistere".

Quanto la disturbano le critiche che piovono su Lazzari?

"Parecchio, soprattutto dal punto di vista umano perché c'è molto pregiudizio nei suoi confronti. Posso affermarlo con certezza perché l'ho provato anch'io sulla mia pelle e so cosa vuol dire. All'estero i giocatori sono visti come eroi e si crea una simbiosi unica tra squadra, giocatori e tutte le componenti del club. In Italia questo non succede, siamo un paese con una cultura sportiva arretrata".

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 02 novembre 2013 alle 13:45 / Fonte: udinese.it
Autore: Simone Narduzzi
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