Quelli del sold-out: quaranta ore prima della gara il palazzo Carnera ha visto anche l’ultimo posto libero in curva venduto. Sold-out.

Ci hanno avvisato che anche la tribuna stampa, di solito comoda, sarà strapiena in vista di una gara di cartello che l’amico Enrico mi ha diffidato dal definire ‘derby del Triveneto, essendo quest’ultima un’entità geografica inesistente.

Di solito ci ‘picchiamo’ di snocciolare statistiche, caratteristiche, punti forti e deboli (questo in via del tutto teorica…) delle avversarie dei bianconeri.

Stavolta no.

Treviso la si conosce: il decimo uomo, Simone Barbante, mette tre punti ed un rimbalzo di media; segno che la panca di coach Menetti è infinita. Ma non è questa la ragione.

Domani Udine gioca contro sé stessa, una volta di più ed ancora. Un girone intero se n’è andato senza che dirigenza, staff e squadra siano venuti a capo delle tare, a questo punto probabilmente connaturate alla formazione, che rendono incostante il cammino GSA. Credo questo sia uno snodo definitivo per tanti all’interno del progetto. Tanti.

Abbiamo sempre difeso le scelte: della dirigenza, che ci mette faccia e soldi. Dei coach, che buttano sul campo energie, sapere, esperienza e sofferenza per trasmettere il proprio credo. Dei giocatori, che se sul parquet forzano un tiro non è per voglia di offendere i propri tifosi ma perché in quel momento, a prescindere da tutto, sentivano di potercela fare.

Continueremo. Ma meritàtevelo, questo corpaccione.

Mi preoccupa invece la lapidaria analisi che coach Demis rilascia nella classica dichiarazione pre-gara del giovedì, a beneficio del notiziario della Lega; fra le righe conferma, Cavina, che questa squadra resta un’irrisolta; un gruppo di ragazzi che commette ‘errori nei momenti topici’. Scarsi, dunque?

Lo so, esagero. Lo faccio io, non lui. Non sono allenatore, sono anche diabetico (come detto, per me niente panettone) ma non credo si tratti semplicemente di errori. La GSA, e lo abbiamo detto mille volte nelle ultime settimane, fatica una cifra a tenere la testa nel match dall’allacciata di scarpe al saluto finale alla curva, cosa che le preclude traguardi più ambiziosi. Perché mi possono dire, Davide e soci, che le F8 di coppa Italia non erano un obiettivo: ma se a settembre avessi vaticinato loro che di ‘sti giorni saremmo stati matematicamente sesti, con il settimo attacco e la quarta difesa, quattro punti da Forlì e Montegranaro e stessa distanza da Ravenna, settima, non credo mi avrebbero creduto.

Non dopo aver rinforzato la squadra in ogni reparto, dopo una stagione (quella passata) dove molti tifosi mugugnavano sulla mancanza lardiana di spettacolo: ma alle finali di Coppa ci si era arrivati, ed ai quarti dei playoff promozione pure. Traguardo, quest’ultimo, ancora ampiamente alla portata con trentadue punti da conquistare.

Rifuggo il pensiero che manchi la garra, quella voglia senza confini che spingeva Vitto, capitan Miki, Benevelli, Raspino a gettare in campo tutto ciò che avevano. Lo so: alla serie contro Derthona ci issò di sicuro mister-Magic Troy Caupain, ma anche il tap-in di Tommy a Trieste che ci valse un leggendario overtime(vincente) quando tutti ci davano per spacciati.

La voglia c’è, ne sono sicuro; di Demis di dimostrare che il discorso interrotto a causa del fallimento-Snaidero era una storia, bellissima, solo rimandata di qualche anno; dei giocatori più rappresentativi di caricarsi i giovani sulle spalle sbattendosi al 110% delle proprie possibilità.

E per una volta chiedo ai giocatori di guardarsi attorno e caricare loro il pubblico, non invece il contrario come accadrà anche domani. Ho negli occhi (con una punta di sana rivalità agonistica) Jazzmarr mostrare i muscoli per caricare l’AGSM Forum nel quarto decisivo; lo ha fatto a suo modo Caupain, dopo una tripla dall’angolo, guardando fisso il parterre giuliano attorno a lui, esaltando al contempo lo spicchio bianconero, lassù.

Chiedo troppo? Chiedo troppo se domando ai giocatori di caricarsi loro, stavolta, i 3500 del Carnera sulle spalle? 

Credetemi: domani di vincere mi interessa, ovviamente, ma trovo non sia che il fine ultimo di un percorso da ritrovare. Sinora a Rizzi è scesa una sola delle formazioni che precedono Udine in graduatoria, ed ha vinto. Mi piacerebbe la gara seguisse il filo logico di quella d’un anno fa, quando un crescendo rossiniano bianconero (ed un Antonutti da zero punti nel quarto decisivo) annichilì la truppa del Pilla. Quest’anno però a disposizione di Menetti ci sono tiratori come Burnett e Wayns, brutte gatte da pelare assieme a Tessitori ed Imbrò, oltre al succitato Cigno di Colloredo…

Palla a due alle diciotto, radiocronaca sulle web-frequenze di Efferadio per chi non ha in mano il prezioso tagliando; coloro i quali fossero costretti al silenzio anche radio, diretta testuale sulle pagine di Tuttoudinese: se ci cercate, ci trovate.

GSA: trascinateci.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 06 gennaio 2019 alle 10:42
Autore: Franco Canciani
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