Udine spazza via anche la Scaligera, con una facilità tale che molti sosterranno la pochezza veronese. Invece la Tezenis è una signora squadra, che nel primo quarto mette un po’ di paura ai bianconeri volando sul 21-14 prima di subire un 12 -26 fra gli ultimi istanti del primo periodo e l’intero secondo: game over.

Già: perché da lì, tranne un momento in cui due triple pazzesche portano Verona a -4, è una sinfonia biancanera degna dell’Arena verdiana. Difendono tutti con grandissima vena, e se gli scaligeri rimangono a meno di quindici punti è perché, nel primo tempo, Palermo, Green, Ikangi segnano da tre punti con continuità disarmante. Esaurita quella vena, però, i nodi arrivano al pettine. Sugli esterni Raspino gioca una grande gara in difesa ed attacco, sbagliando praticamente nulla; Dykes fa diciassette punti: pentole, coperchi e se gli gira bene se le televende pure; Rain, dopo un primo tempo moderato, nella ripresa esce alla grande e domina sui play avversari. Nobile punti nelle mani ne ha ancora pochi, ma ha il merito di esserci quando Udine prende in mano il volante della gara per non mollarlo più; Pinton pure, con due bombe chirurgiche ed una ripresa un pochino meno performante del solito.

Ma è sotto canestro che Udine spazza via i gialli locali: 46 carambole contro 30 di Verona, otto delle quali condensate nell’ultimo quarto a gara ormai andata.

Fantastico Cristoforo Mortellaro, che sfiora la doppia doppia con diciotto punti e nove rimbalzi, tutti fondamentali, chiudendo con 7/7 al tiro da due e 4/4 ai liberi; diligente Benevelli; Diop ottimo nel primo tempo, un po’ impreciso nella ripresa ma è pur sempre un ragazzino e soprattutto reduce da una settimana non certo serena.

Insomma una vittoria che avrebbe potuto essere tale col ventello che contraddistingueva le gare della GSA in cadetteria: ma Verona e Ferrara non sono Firenze e Mortara, con tutto il rispetto; e Udine oggi gioca addirittura meglio di quanto faceva allora.

Se a qualcuno Ravenna poteva sembrare una vittoria troppo risicata; se agli stessi la doppietta Roseto-Orzinuovi era stata messa a segno contro due squadre di morti, e aver spazzato via Ferrara era dovuto all’assenza di Erik Rush tra le fila dei ragazzi di Martelossi, beh stasera costorto nulla possono se non applaudire: Verona a Bologna aveva perso di sei punti solo settimana scorsa.

Arrendetevi: coach Lino ha una signora squadra, completa in tutti i ruoli e soprattutto profonda; ha un gruppo di ragazzi che con abnegazione ed altruismo non mangiano palloni ma cercano la migliore soluzione. Aumenteranno la conoscenza reciproca, e contestualmente crescerà anche la fluidità in attacco, che certe volte (ma sempre più di rado) rende prevedibili le fasi offensive friulane.

Volevo chiudere con qualche appunto. Volante.

Vittoria di coach Lino: oggi ha frantumato Dalmonte dal punto di vista tattico, ad esempio quando Udine si è messa a zona match-up (mascherandola in partenza con la 3-2). Verona non ha più trovato il tempo (inteso come ritmo) per mettere le triple facili che segnava nel primo quarto. Se a questo poi associate il fatto che la coppia americana dei domestici ha messo assieme 11 punti, tre in meno del solo Mattia Udom (buona la gara del virgulto di Ripoli), è abbastanza lampante il fatto che la GSA ha difeso ben più che bene. Difficile altrimenti tenere la Tezenis a 61 punti...

Vittoria del Settore D: alla fine, ma non solo, al palazzetto si sentivano solo loro. Presente in curva anche una delegazione mantovana, unita a quella friulana da nota amicizia e dalla poca stima verso gli scaligeri. Un tifo caldo, appassionato, corretto ed esemplare. Bravi.

Vittoria per Davide Micalich: alla fine la squadra, la sua squadra, quella che il Pres Pedone gli ha permesso di allestire, ha messo in fila la quinta vittoria, forse la più clamorosa. Udine ha dominato e per la prima volta controllato nell’ultimo quarto (magari segnare un paio di canestri in più non sarebbe guastato, ma sono piccolezze). Mi piace pensare che, consciamente o meno, i ragazzi abbiano messo in campo il 120% anche per mostrare a tutti dove stia la pallalcesto sana, quella che con passione anche noi cerchiamo di cantare e descrivervi.

Adesso sotto con Jesi: la squadra di Damiano Cagnazzo ha arruolato il tiratore di Piacenza, Kenny Hasbrouck, ed è la vera mina vagante del girone. Questa GSA, però, mi fa pensare che sperare nella sesta non sia solamente un’utopia.

Perché a differenza di lunghi tratti dell’anno passato questa squadra gioca una pallacanestro piacevole e redditizia. E fra la fine della scorsa stagione e l’inizio di questa ne ha vinte dieci su dodici. Continuiamo così.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 11 novembre 2017 alle 23:14
Autore: Franco Canciani
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