Sportivamente morti.

Ecco la sintesi di una gara dal punteggio basso, nella quale Udine tiene botta, soffre, si porta in vantaggio di 10 punti quasi al termine del terzo periodo (con Amici che ha anche la tripla del +13); e poi…

Poi è la solita GSA. 4-21 di parziale, pericolosità offensiva nulla, attenzione che scende, paura che sale e Antonutti che gioca il miglior quarto quarto da quando incontra Udine, esultando ad ogni cesto come ad una rete calcistica.

Merita Biella: squadra resiliente, per la terza volta di fila si insinua nelle crepe mentali bianconere portandosi a casa la serie col punteggio che mi sarei atteso promuovesse Udine.

Merita Biella; perché Coach Carrea ha capito, dopo gara-1, quali fossero i movimenti difensivi giusti. Stasera la sua squadra non gioca bene, ma anche sotto (e nettamente) nel gioco non si disunisce ed alla fine è festa rossoblu.

Davide Micalich, nel post-partita, sostiene come chi parli di fallimento ‘non capisca di pallacanestro’. Ci può stare: questa squadra, come le precedenti, è figlia delle sue convinzioni. Convinzioni anche nostre, se è vero che all’inizio del campionato Cortese e Powell apparivano due supergiocatori per la categoria.

Deve però ammettere, l’amico Davide, che oggi amarezza e delusione sono fortissime in ognuno fra noi. Oggi ho visto tutta la gara mentre al Friuli l’Udinese stoppava l’Internazionale del simpaticone di Certaldo; cambiamo le divise ma il copione pareva lo stesso di Cagliari, di Ferrara, di tante gare nelle quali Udine sbaglia qualche particolare dopo aver costruito vantaggi importanti. È questa la mia frustrazione: quella di essere passato da Cavina a Martelossi senza risolvere il peccato originale della squadra. Il quale, ripeto, è la classica àlea che ogni nuovo gruppo porta in seno. E non necessariamente il GM se ne può avvedere.

Abbraccerò di persona il buon Micalich, e parleremo già di chi prendiamo il prossimo anno. Ma non potrò non dirgli che questa eliminazione agli ottavi è il primo passo indietro da quando si decisero, persa la promozione dalla B, di fare le cose veramente sul serio. Questo al netto di troppi infortuni subìti.

Stasera va così: per la seconda volta di fila non cercherò di fare analisi tecniche e tattiche, per quel che mi riesce; non cercherò di descrivere come, secondo me, Sims e Harrell non li abbiamo presi mai; come Saccaggi ci abbia spesso fatti neri con i suoi cambi di ritmo. Come i nostri centri, potenzialmente dominanti, si intimidiscano quando dovrebbero sfruttare evidenti mismatch con avversari non al loro livello.

Non lo farò: la frustrazione mi vince.

Onore all’Edilnol; la quale, purtroppo, al turno successivo incontrerà la corazzata Orlandina reduce da undici vittorie di fila. Giocasse, la truppa di Carrea, due gare in casa mi stupirei.

Un saluto a tutti. Nei prossimi giorni si apriranno le analisi e parleremo di cosa non è andato e cosa si deve migliorare: stasera c’è spazio solo per il tarlo, maledetto, che ci sussurra da dentro ricordandoci che, dal punto di vista realizzativo, il quarto finale udinese è stato roba da minibasket.

Già. Ci sto male. E so di non essere solo.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 04 maggio 2019 alle 23:56
Autore: Franco Canciani
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