Settimana davvero complicata in casa Udinese. Dopo l'esonero di Igor Tudor tocca a Luca Gotti guidare i bianconeri nella delicata trasferta di Genovaz il tecnico, promosso in attesa di sviluppi, ha parlato oggi in conferenza stampa: "Togliendo l'aspetto personale del guadagnare o perdere, non ha nessuna rilevanza. Non c'entra il 7-1, il 4-0, c'è una partita, quella di Genova, importante per la nostra classifica. Rispetto alle due sconfitte, brutte, pesanti, umilianti dal punto di vista sportivo che hanno provocato l'esonero di Tudor, il mio focus è sul calcio. Togliamo questi discorsi, il gruppo è stato investito da grande pressione. Meno retorica, meno discorsi".

Qual è la medicina per mettere in carreggiata la squadra. "Togliere sovrastrutture e pesantezze. Occuparci di calcio".

Il Genoa proverà a fare il match. "In queste ultime due partite ha ricaricato le pile dell'entusiasmo, ha liberato la testa. Il primo tempo di Thiago Motta, contro il Brescia, è stato difficoltoso. Si avvertiva la pesantezza. Poi improvvisamente, come accade nel calcio, l'episodio fa scattare una scintilla e libera la testa dei giocatori. È cambiato tutto nella ripresa. A Torino ha avuto un certo tipo di atteggiamento che quasi li premiava, anche dal punto di vista del risultato. Noi dobbiamo pensare a noi, cercando di ricreare certe situazioni per noi".

Cosa sta facendo in questi giorni? "Quello che è successo negli ultimi dieci giorni non è normalità. Dopo il Torino pensavamo di essere sulla strada giusta, invece si è perso tutto contemporaneamente. Aspetto fisico, tattico, è una cosa che possiamo generalizzare a tutti quelli che sono scesi in campo. La squadra ha dimostrato di non essere quella dell'ultima settimana".

Cosa deve fare la squadra? "Non dobbiamo subire la partita, voglio gente che vuole giocare a calcio, che vuole la palla, che vuole determinare. Voglio la gente che fai gol e giochi a calcio, che lo subisci e continui. Senza dare troppa importanza ad aspetti esterni, dobbiamo pensare al campo. Ci ho giocato un milione di volte a Marassi, è uno stadio emozionale. Le partite raramente sono lineari, c'è acme, c'è orgasmo, miste a momenti di depressione. Noi dobbiamo essere preparati alle difficoltà, ma anche alle opportunità. Questo è quello che condivido con i ragazzi da due giorni".

Vuole cambiare qualcosa sotto il profilo degli uomini? "Io vorrei undici singoli nella condizione migliore per le proprie qualità. Io credo che questa Udinese abbia qualità".

Cosa le ha chiesto la società per questa partita? Resterà? "Io resterò, sono un collaboratore tecnico, sono un vice-allenatore un po' atipico. Io non ho l'ambizione di fare il primo allenatore. L'ho fatto per una dozzina di anni, ho avuto una esperienza particolarmente spiacevole che mi ha fatto dire "non voglio fare più questa cosa qua". Questo è un altro lavoro, cambia le relazioni con i giocatori. Ci metto grande professionalità, impegno, è quello che voglio continuare a fare, magari in questa società. Non ho la velleità di fare il primo allenatore. Questi due giorni - e il tempo che sarà necessario per portare a compimento la scelta - me li assumo con serenità, forza, entusiasmo. Non faccio la comparsa".

Come sarà il Genoa domani? "Credo che le scelte siano già state fatte, credo che Thiago Motta non dia molta importanza ai numeri, non ci saranno grossi cambiamenti rispetto a Brescia o la Juventus. Non è l'ultima partita di campionato, altrimenti sarebbe una partita scontata. Dopo questa ci sono altre 27 partite, dobbiamo darci sicurezze per l'atteggiamento. Questa è la priorità. Cerchiamo di andare in cerca dei presupposti dove si poggia il risultato"

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 02 novembre 2019 alle 16:27
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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