A margine della premiazione per gli Orsetti d'Oro e d'Argento dell'Udineseclub di Orsaria, Marcio Amoroso si è concesso ai nostri microfoni per un'esaustiva intervista: "Una serata particolare, in mezzo ad amici, compagni, persone e dirigenti che mi hanno sempre sostenuto, la gente di Udine che mi è sempre stata vicina, una serata incredibile per il traguardo raggiunto con questa maglia, mi fa molto piacere perchè prima del calcio ho creato amici veri e questo per me è ciò che conta di più, poi aver raggiunto il traguardo di capocannoniere con la maglia dell'Udinese, fino ad ora l'unico della storia del calcio brasiliano a diventare capocannoniere, è qualcosa di bello perchè non è facile, alla fine ho scoperto che tanti in realtà non ci credevano che sarei riuscito a diventare un calciatore vero, oggi sono cittadino onorario di Orsaria. L'Udinese ha una società che gli ha dato l'opportunità di crescere, l'Udinese prima di Zico era una cosa, dopo un'altra, si è creata una grande tradizione e sono arrivati grandissimi giocatori con la maglia dell'Udinese, sono stato fortunato ad aver giocato con uomini veri, in uno spogliatoio vincente, serio, alla fine tutti sanno la storia che abbiamo creato. Un calcio che non c'è più? Ma le emozioni ci sono sempre, basta vincere, se non vinci non hai emozioni belle da raccontare, credo che il calcio mondiale sia cambiato, ma non posso dire se in negativo o in positivo, solo chi lo vive e vive certi aspetti può dirlo, alcuni hanno vissuto certe cose per il bene e altre per il male. Purtroppo è così oggi, un calcio completamente diverso rispetto agli anni '80/'90 e mi auguro che possano migliorare col passare degli anni, capire che il calcio non si fa solo con la forza ma anche con la tecnica.

Periodo turbolento per l'Udinese? Questione di mentalità, perchè una piazza come Udine ti dà la possibilità di avere tutto il meglio, cosa che noi al tempo non avevamo, a Udine sono passati tantissimi campioni che in questi venticinque anni hanno dato tutto per questa maglia. Chi arriva deve pensare che una volta si vedevano dei veri giocatori, dei campioni che avevano il sostegno del pubblico che è sempre importante, così tanti anni fa abbiamo fatto la storia. Sta mancando la figura che da noi era rappresentata quella volta da Calori, un raccordo che dia identità tra squadra e società. Giovani in Brasile? Purtroppo oggi i club pensano che devono subito buttare nella mischia giovani per fare cassa e incassare millioni di euro, non ci sono le società private, se non vendi non fai calcio, è diverso che in Europa, ogni tanto ti sbagli in certe contrattatazioni, in certi acquisti, perchè si scopre che il ragazzo non era pronto per il grande salto, perchè non sanno quanto sia difficile giocare qua, ma non è stato il mercato sbagliato, è perchè arriva dalle contrattazioni dove alla fine un giocatore esperto non può andare in Europa, mentre un giovanissimo sì, secondo me deve un po' cambiare questa mentalità, allora vedremo qualche brasiliano in più fare bene".

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 26 maggio 2019 alle 06:00
Autore: Davide Marchiol
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