Uno dei, tanti, punti deboli dell'Udinese negli anni passati è stata sicuramente la difesa, fin troppo permeabile dagli attacchi avversari. Ovviamente la fase difensiva non dipende solo dai quattro, o dai tre, componenti del reparto, ma dai movimenti di tutti i giocatori. Certo è che però ultimamente si sono visti passare in quel di Udine profili dal dubbio valore, o comunque elementi su cui difficilmente si sarebbe potuto costruire qualcosa. Partendo dal portiere, l'ultima linea di resistenza prima della caduta, l'imperfetta gestione dei tanti giocatori a disposizione del club è stata abbastanza evidente. Prima abbiamo visto un Kelava e un Brkic che non erano adatti alla Serie A, poi si è deciso di puntare su Scuffet, salvo poi tornare indietro e dare i pali a Karnezis, che per tre anni ha fatto un lavoro egregio per poi essere messo sbrigativamente alla porta per ridare fiducia al giovane friulano, che dopo cinque partite si è visto togliere il posto dal quarantenne Bizzarri, che ha svolto il suo compito per poi accasarsi altrove. Adesso abbiamo un Simone che sembra cresciuto notevolmente, affiancato da un Musso di cui si parla un gran bene. Si spera che qui il problema si sia risolto, ma bisognerà aspettare per dare giudizi.

Sulle fasce Stryger Larsen è una certezza per quanto riguarda rendimento e costanza. Certo, non dobbiamo aspettarci dal danese partite stupefacenti, non è un Helveg o un Basta, ma di certo è un elemento di sicuro affidamento, che raramente ci ha fatto vedere sbavature. Alle sue spalle un ter Avest tutto da scoprire. In Olanda ne parlano molto bene, è giovanissimo e ha già circa 100 presenze tra i professionisti, ma la frattura della fibula ha allontanato i potenziali acquirenti, permettendo l'acquisto a costo zero. Una scommessa, i Pozzo ci hanno abituato ad azzardi del genere stravinti, speriamo accada anche in questo caso. A sinistra è stato rimesso Samir e mai mossa poteva essere più saggia. Il brasiliano ha dimostrato le sue qualità proprio da terzino nell'era Iachini-Delneri, facendo errori grossolani quando messo in quella che teoricamente era il suo ruolo naturale. Dietro di lui Pezzella, che si trova ancora una volta indietro nelle gerarchie, ma ha un concorrente in meno (Alì Adnan) e dovrà un po' alla volta mettere in mostra il talento che tutti gli riconoscono. In queste tre partite (mettiamo in disparte la debacle con il Benevento), sia Stryger che Samir hanno messo in campo prestazioni non trascendetali, ma solide, con l'ex Flamengo che ha messo a referto anche un assist.

La vera novità della stagione è rappresentata però dal pacchetto di centrali. Si è infatti deciso di puntare su 4 difensori ben piazzati, che diano fisicità e centimetri alla difesa, lasciando perdere profili magari più mobili. Opoku è un altro di quei giovani dalle belle speranze che si spera rappresentino il futuro dell'Udinese, mentre Molla Wague ha già diverse annate in massima categoria alle spalle e quindi sarà la seconda linea d'esperienza. I titolari sono Troost-Ekong e Nuytinck, due che parlano la stessa lingua, visto che l'ex Bursaspor è olandese naturalizzato nigeriano. Bram è tornato in auge dopo un finale della passata stagione decisamente turbolenta. Tanti errori, insicurezza e un ciclo in bianconero che sembrava finito sul nascere. Velazquez invece ne ha fatto da subito il suo centrale difensivo mancino, colpito probabilmente dal fatto che Nuytinck, oltre alle capacità difensive, ha anche volendo un piede adatto per provare qualche lancio. Non è un regista difensivo, ma difficilmente si limita alla spazzata classica e per un allenatore che punta al gioco a terra e all'arrivo in porta senza troppi tocchi questo è fondamentale. Il suo socio Ekong, nonostante sia più giovane, ha già messo in campo le sue capacità da leader, comandando i suoi compagni di reparto, a differenza di altri giocatori passati di qua nel recente passato. Inoltre, nonostante la stazza, si è rivelato agile e rapido, rispecchia quindi perfettamente le caratteristiche elencate da Pradè quando la caccia al difensore era ancora aperta. L'unico dubbio riguarda i lanci lunghi avversari. Nel senso, nel momento in cui gli avversari riescono a saltare il centrocampo, la difesa è parsa ancora un po' in affanno, da capire se per ancora scarsa conoscenza interpersonale o se per limiti nelle caratteristiche, visto che appunto Ekong e Nuytinck sono molto simili. Comunque, alla terza giornata, le sensazioni per quanto riguarda la retroguardia, sono positive, a differenza delle annate passate. Tra qualche settimana però potremo dare dei giudizi veri e propri.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 11 settembre 2018 alle 14:30
Autore: Davide Marchiol
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