De Paul via da Udine, lo dicono oggi i giornali. E' capibile che l'argentino ambisca a giocare per obiettivi più importanti. Dopo tre stagioni passate sul fondo della classifica uno come lui vuole provare qualcosa di diverso. La sua fame di Europa non è un mistero, vuole la Champions e non l'ha mai nascosto da un anno e mezzo a questa parte. Crede che solo così può consacrarsi, che solo così può davvero diventare quel top player che ha sempre sognato di essere.

La scorsa estate sembrava essere calato definitivamente il sipario sulla sua avventura a Udine. Giro di campo in lacrime nell'ultima al Friuli, ringraziamenti per gli anni passati assieme e saluto finale ad un pubblico friulano che l'ha amato soltanto a metà. Poi però l'offerta giusta non è arrivata, solo la Fiorentina ci prova ma i Pozzo dico no, 25 milioni sono troppo pochi. 

365 giorni dopo la situazione è la stessa. Rodrigo vuole fare il salto ma di proposte concrete sul tavolo, almeno al momento, non ci sono. Che sia forte non vi è dubbio, che ci siano pochi altri giocatori come lui in circolazione anche. Il fatto è che nessuno è disposto a mettere sul piatto 40 milioni. 

C'è di nuovo la Fiorentina, vero. Pradè lo stima e lo vorrebbe portare alla corte di Commisso. Soldi o non soldi, ce la facciano o no, c'è da essere onesti: un trasferimento a Firenze non è un passo in avanti, al massimo di lato. Esploderanno di rabbia i tifosi viola, me ne diranno di tutti i colori ma la verità è questa. La storia è una cosa, la realtà odierna è un'altra. La Fiorentina da anni naviga nella parte bassa della classifica, come l'Udinese. Questi sono glii inoppugnabili risultati. Che senso avrebbe allora cambiare per non migliorare?

Forse meglio il Siviglia di Monchi, che non è il Barcellona ma almeno il prossimo anno giocherà la Champions. Gli spagnoli però non sembrano abbiano risorse così importanti da investire, soprattutto in un mercato così al ribasso come quello post covid. Anche qui con tutto il rispetto per il club andaluso, va detto che non si tratta di un top club assoluto, un'ottima squadra ma le grandi d'Europa sono altre. 

L'Atletico e l'Inter? Due vecchi amori che ormai si sono affievoliti. I colchoneros sono costretti a tirare la cinghia, i neroazzurri hanno fatto un'altra scelta. Milan e Napoli allo stesso modo non ci pensano più.

A questo punto, fossi in Rodrigo, farei una scelta diversa. Resterei a Udine, meglio re in patria che gregario altrove. Non dico una scelta alla Di Natale, sarebbe troppo, ma un altro anno fatto bene in bianconero, per arrivare nella migliore delle condizioni alla prossima Copa America. Tra un anno il mercato magari si sarà sistemato e qualche offerta veramente importante arriverà.

La storia dice che nessuno è mai stato trattenuto controvoglia all'Udinese. Al giusto prezzo i Pozzo non si sono mai opposti a cedere nessun giocatore, nemmeno Totò, venduto alla Juve. Ma andare via deve avere un senso, soprattutto per un giocatore che ambisce a diventare un grande.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 08 luglio 2020 alle 20:53
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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