L'Udinese chiude il mese di gennaio con la gara casalinga contro il Milan. Gigi Delneri ha parlato della gara in conferenza stampa. Ecco le sue parole.
Si affrontano due squadre in crisi. Che gara sarà?
"Loro hanno raccolto poco ultimamente, ma hanno dimostrato di stare bene fisicamente. Ci sta da parte di tutti attraversare un momento negativo. I nostri obiettivi sono diversi da quelli delle grandi squadre. Dobbiamo sempre analizzare le partite singolarmente e capire i momenti in cui si affrontano determinate partite, come è nella logica generale del calcio. Si affrontano comunque due squadre che cercheranno di ribaltare il trend. I loro primi tempi recenti? Penso che capiti loro questo perché è una squadra propositiva, di entusiasmo, che si sbilancia anche molto. Con determinate squadre puoi pagare dazio, ma gli va dato atto che hanno grandissima qualità; non a caso riescono a restare sempre in partita. Hanno creato un gruppo importante e questa è una delle loro forze principali. Bisogna essere concentrati e intensi, come ha fatto il Torino contro di loro. Non appena hanno abbassato leggermente il baricentro, sono stati puniti".
Che ne pensa di Gnoukouri? E' convocabile?
"E' giovane ma ha disputato partite importanti con l'Inter. Giocatore che ha buona tattica, distribuzione di tecnica individuale. Darà solidità al nostro reparto quando si integrerà bene con il gruppo. E' convocabile, ma per conoscenza è giusto convocarlo per farlo inserire bene nel gruppo. Poi, chissà, potrebbe darci una mano se dovesse servire".
La squadra è in grado di reagire alla sconfitta di Empoli?
"A Empoli è stata una partita da 0-0 conclamato, anche se poi è finita diversamente. La prestazione non è stata buona e dobbiamo accettarlo. Dobbiamo altresì fare tesoro di questo, continuando a lavorare sulle nostre cose, per renderle sempre più certe, con accortezza, attenzione e diligenza. Dobbiamo dilatare la nostra concentrazione, anche perché non è un caso che prendiamo gol spesso, anzi quasi sempre, nei finali di tempo. Concettualmente abbiamo fallito solo quella partita, sia come atteggiamento e risultato. Bastone o carota in questa settimana? Come sempre, entrambi, ma io preferisco creare rapporto con i miei ragazzi. Devo anche dire che nelle ultime gare hanno meritato molto più la carota del bastone, a prescindere dai risultati che sono stati soltanto negativi. E' importante convincersi che si può sempre fare meglio, non peggio".
Quale caratteristica sarà necessaria domani?
"Domani sarà necessaria l'aggressività calcistica. Giochiamo contro una squadra molto tecnica, con giovani italiani interessanti. Dobbiamo stare attenti alle loro accelerazioni, ai loro uno contro uno, e per colmare il gap dovremo essere più intensi, abbinandolo alle piccole cose che sappiamo fare. Come si dice, le motivazioni in queste gare arrivano da sole, quindi dovremo avere fiducia e, come detto, intensità e aggressività".
Pensa che Zapata abbia margini di crescita?
"Li hanno tutti questi margini di crescita. Dobbiamo mettere in computo anche l'atteggiamento tattico che utilizziamo. Penso che bisogna lavorare molto; Zapata ha giocato a volte bene, altre volte meno bene, ma è un ragazzo che lavora tanto e che si impegna tantissimo. Quando riesce a esprimere la sua forza, noi riusciamo sempre a respirare. E' in crescita, come tutti gli altri ragazzi qui. Per i giocatori bisogna evidenziare gli errori, ma anche valorizzare le cose buone. Anche la questione ritiro non è assolutamente da ritenersi punitiva. Abbiamo deciso di cominciare il ritiro di venerdì da qui a fine anno per preparare meglio le partite e fare bene le nostre cose. Stare insieme un giorno in più per me può solo fare bene ad aumentare la concentrazione".
Quali sono i limiti invalicabili per questa squadra?
"Io penso sempre ad arrivare più alto possibile, e a migliorare con il lavoro. La casa non si costruisce in una settimana. Bisogna considerare le esigenze tattiche e tecniche atte al miglioramento. Sono anche convinto che, quando esci da una scuola, c'è bisogno di un po' di tempo per assemblare le nozioni. In un primo momento hai la testa piena, poi ti chiarisci. La stessa cosa accade in un gruppo, in una squadra. Noi andremo perciò sempre avanti per la nostra strada".
Nelle ultime gare ha utilizzato spesso il 4-2-3-1. Ci sta lavorando?
"Le alternative sono buone. Credo che in futuro la squadra sarà adattabile a questo modulo. Partiremo per ora sempre dal 4-3-3, ma poi le modifiche ci stanno, in ottica della possibilità di portare a casa dei punti. In generale va sempre portato del giusto supporto alla punta centrale. L'importante resta la mentalità, l'attitudine della squadra e il lavoro fatto passo dopo passo. Il calcio non è una scienza esatta in cui apri un libro e dici "oggi faccio 4-5-1, domani 5-5-5". Alle soluzioni ci arrivi lavorando giorno dopo giorno per poter effettuare delle modifiche, che magari se le fai di fretta, fai male, se le fai bene e con calma, ti portano risultati".
La lotta salvezza sembra già chiusa. Qual è l'obiettivo dell'Udinese?
"E' quello di guardare avanti. Stimoli? Ci sono sempre, perché chi non ha motivazioni, va in panchina, e poi vedi come gli tornano le motivazioni. Il calcio è sempre passione, e non può mancare l'impegno, in serie A come negli Amatori. Campionato a 18 squadre? Dipende da come la si vede. Nel mondo conta comunque la meritocrazia, e rimanere a 20 squadre per me rimane la soluzione migliore, per dare possibilità a tutti di vedere ripagare i propri sforzi".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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