È brutto usare un mezzo di comunicazione per ragioni personali. Io però lo faccio di continuo e, tutto sommato, non me ne pento.

Alcuni amici mi hanno inviato messaggi privati, deridendo la mia dabbenaggine biancanera e stigmatizzando l’essermi posto sull’opposta fazione rispetto a coloro i quali notavano, in precampionato, la pochezza dei ragazzi di Julio. Alcuni hanno anche ritenuto la mia una critica alle opinioni.

Ai primi non rispondo ed abbozzo: quando la squadra perde, e Voi vincete, io non posso che tacere. Agli altri invece dico che sulle idee altrui non mi sono mai permesso di spendere una parola: mi fa rabbia leggere parole vuote, figlie di disinformazione e pregiudizio.

Zitto: fino al termine del calciomercato più ricco degli ultimi anni. E ora? Chi siamo, noi?

Quelli che ‘abbiamo preso delle pippe’. Non pretendo siate redattori di Transfermarkt, amici miei, ma se non avete notizie di prima mano lasciate passare del tempo e date una chance al neoarrivato di turno. Ricordando che l’Udinese, negli ultimi vent’anni (colgo fior da fiore), ha preso il centravanti di una squadra di serie C (Bierhoff), un brasiliano bidone con le ginocchia rotte (Amoroso), ha dato fiducia al Pipppero 1992 (Pierini) eccetera. Lo so: altri tempi. Ma sorridere un po’ a chi arriva a Udine non è poi uno sforzo così imperiale.

Quelli che ‘comunque fanno schifo’. Vi invidio: salite sul predellino del predicatore sulle folle quando le cose vanno male, apostrofando quelli che si sono abbonati come ‘sotans’ (a proposito: qualcuno deve aver imparato di recente questa parola, e la usa come risposta a qualsiasi commento… Noioso! Scherzo…); siete altrettanto agili da risalirci per sventolare il bandierone quando si sciama in piazza Vittorio. Avete sempre una parola di sconforto per tutti, dalla dirigenza all’ultimo dei tifosi. Alcuni fra Voi si celano dietro pseudonimi, tutti Voi sentite un certo appagamento dalla frustrazione, che con Voi condivido, sbertucciando chi ci crede. VI faccio una domanda: ma domani sera, la gara la seguite o no? Domanda non retorica, stento a capire l’assunto ‘non faccio l’abbonamento perché non voglio dare soldi ai Pozzo’. La Vostra frustrazione, sappiatelo, è mia: quella di chi domina Anfield e si vede metter sotto dal Benevento e dal Crotone. Ma non crediamoci migliori, perché non lo siamo. Sono assolutamente d’accordo che abbonarsi (atto di fede, come acquistare in contanti un’auto senza averla mai vista) o meno sia una scelta personale; ma se dovesse andare mediamente bene e la proprietà non dovesse mutare, Vi riabbonereste l’anno venturo?

Quelli come me: che sfruttano le conoscenze universitarie belgiche per chiedere conto di un polaccone appena acquistato; che si sentono dire ‘forte, ma qui non ci voleva più stare. Lo seguivate da tempo’ e questo lo considerano un refolo d’aria fresca: Lasagna, Machis, Ɫukasz per un 4-3-3, o 4-3-1-2 anziché il bellissimo ma fragile 4-2-3-1 di Julio. Vedremo: per quelli come me sperare è meglio che partire già battuti.

Detto questo, l’Udinese calcio essepià ce ne deve, di cose: cinque anni di brutture; qualche decina di sconfitte casalinghe, un campo divenuto più permeabile alle scorribande avversarie, guardacaso, da quando sono apparse le sponsorizzazioni che ogni mattina mi allietano all’aprirsi delle serrande; qualche centinaio di modesti pedatòri, non proprio degni di vestire la sacra casacca biacca e carbone; calcianti i cui nomi scorderò con altrettanto modesto sforzo, le prestazioni dei quali sono state talmente insignificanti da risultare impalpabili. Deve ai tifosi numerosi attestati di stima, spesso spazzata via con frasi non certo adeguate al momento. Deve ai cantori come me un filo di voce per poterla cantare, questa squadra, non per abbassarci ancora di più lo sguardo.

Domani sera si comincia: Parma, in quel fatiscente Tardini dove il risultato lo facciamo veramente di rado. I crociati hanno conquistato la massima serie dopo le vicende ghirardiane; hanno fatto un calciomercato garibaldino, che ha strappato Inglese al Napoli e riportato Kouassi in Italia (in Cina poche gare e pochissime reti in due anni) che a Roma lasciò un bel ricordo. Meno bello per noi, quando con la maglia dei Gunners ci fece neri in un preliminare-Champions perso con rammarico.

Vedremo: se il nuovo centrale difensivo african-neerlandese potrà dare sicurezza al reparto; se davanti Teodorczyk giocherà a fianco o in vece di Lasagna; se De Paul si meriterà, al terzo tentativo, un’annata da diéz; soprattutto se il prode Rolando non sarà costretto a far da baluardo al centrocampo avversario da solo, senza l’ausilio di compagni del cui talento non dubito, della cui costanza invece sì.

Ventiquattr’ore e sapremo: se qualcosa finalmente può cambiare, ovvero se saremo alle solite.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 19 agosto 2018 alle 11:42
Autore: Franco Canciani
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