Željko Brkić (26), per sua stessa ammissione, ha dovuto raccogliere un'eredità tutt'altro che leggera. Sostituire un "semi-dio" come Samir Handanovič, non si presentava come un'operazione semplice. Eppure, l'estremo difensore serbo ha dimostrato di avere la classe necessaria per difendere la porta dell'Udinese, e per ambire, un giorno, a raggiungere i livelli del collega ora all'Inter.

Brkić ha svelato molti retroscena della propria carriera e della stagione dell'Udinese in una lunga intervista al giornale Calcio2000, di cui riportiamo le parti di maggior interesse: “Sì, sono venuti a vedermi giocare più di una volta quando militavo in Serbia, nel Vojvodina - ha esordito il portiere classe '86 -.  A quanto pare, ho fatto loro una buona impressione!”. Il serbo ha poi parlato dell'emozione provata quando è stato informato della possibilità di approdare al club friulano: “È stata una bellissima sensazione, ero veramente felice, perché l’Udinese mi piaceva anche prima di sapere del loro interesse nei miei confronti. Mi affascinava per i metodi di lavoro, per il fatto che puntasse sui giovani e perché, nel corso degli anni, si è costruita un nome di tutto rispetto a livello europeo”. In seguito, Brkić ha tentato di spiegare i segreti della perfetta macchina bianconera: 
“Ne individuo due: una filosofia lavorativa efficiente ormai da vent’anni e una concentrazione massima, intensa per tutto il corso dell’anno, nello scouting in ogni angolo del pianeta”. Quali i giovani più talentuosi dell'attuale rosa friulana? “Secondo me abbiamo una rosa importante, tutti i componenti sono molto forti. Non mi piace fare singoli nomi, ma se proprio me li chiedete vi dico Muriel, Allan e Gabriel Silva”. Successivamente, l'intervistatore ha indugiato sulla stagione appena conclusasi, interrogando il ragazzo di Novi Sad sulla partita più bella, e quella più brutta disputata dalla sua Udinese da settembre a oggi:“In entrambi i casi dico Lazio. All’andata, all’Olimpico, non siamo praticamente scesi in campo e abbiamo rimediato una pessima figura. Al ritorno, invece, a mio parere abbiamo giocato la nostra migliore gara dell’anno, l’1-0 finale non ci rende i giusti meriti vista la mole di gioco prodotta e l’ottima gestione dell’incontro”. A livello personale, invece: “Quest’anno mi è piaciuta parecchio quella in casa contro l’Inter, terminata 3-0 per noi. Oggettivamente, però, credo che la mia miglior gara sia sta- ta quella contro lo Sporting Braga, in Portogallo, nell’andata dei play-off di Champions League”. Più tardi, quando gli viene chiesto se ambisce a  realizzare un cammino ascendente simile a quello del suo predecessore Handanovič, conferma: 
“Me lo auguro. Alla fine dei conti uno lavora e si allena ogni giorno per questo, no?”. Non poteva mancare, inoltre, una domanda su Antonio Di Natale: 
“Non ne parliamo neanche! Totò è un fenomeno, il giocatore più forte con cui abbia avuto la fortuna di giocare!”. Nelle battute conclusive, la domanda che fa più male: qualche rimpianto? “Uno solo: il preliminare perso con lo Sporting Braga. Uscire ai calci di rigore ci ha fatto davvero male”. E un parere su Francesco Guidolin? “Io e il mister parliamo ogni giorno - ha detto Brkić -  di continuo. È un grande allenatore che sa cosa dirti, come darti nuovi stimoli e come migliorarti”. L'ultima riflessione riguarda i sogni nel cassetto del giovane portiere serbo: 
“Io non ho sogni, ho obiettivi. Il mio obiettivo, adesso, è quello di centrare la qualificazione alla prossima Europa League con l’Udinese, poi si vedrà”. E allora, preliminari siano! In bocca al lupo Željko!

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 22 maggio 2013 alle 15:20
Autore: Simone Zompicchiatti
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