Ventura ha voluto comunque parlare in conferenza, argomento caldo ovviamente le dimissioni, oltre che le scuse per il fallimento.

Sulle dimissioni. "Non mi sono dimesso perché non ho ancora parlato con il presidente. Quando ottiene un risultato, meritato o immeritato conta poco, quando non lo fa la colpa è dell'allenatore. Dal punto di vista sportivo è pesantissimo, ero convinto che ci fosse una volontà feroce, ma il calcio è fatto di questo. Sono orgoglioso di aver allenato grandi campioni e altri che spero possano diventarlo. Sono dispiaciuto perché lo stadio, stasera... ho capito per l'ennesima volta cosa significa allenare la nazionale".

Sul fallimento e chiedere scusa agli italiani. "Assolutamente sì, scusa del risultato. Non dell'impegno e della volontà".

Sulle dimissioni ter. "Prima ne parlo e poi lo comunico, qualsiasi essa sia. La mia colpa maggiore, fino alla partita con la Svezia eravamo in piena... era quello che ci aspettavamo tutti. La colpa è di non aver segnato in due partite. Sono nel calcio da tanti anni, questa è la cosa prominente. Qualsiasi altra parola è abbastanza inutile".

Sui senatori che se ne vanno. "I toni saranno quelli di sempre, c'è un rapporto... sia con Tavecchio che con gli altri. Il fatto che De Rossi, Buffon e company... lo sapevamo. La posta in palio era il Mondiale, il loro Mondiale, ma anche quello di tutti gli altri. Se posso anche il mio, a essere sincero".

 

Sezione: Notizie / Data: Mar 14 novembre 2017 alle 00:23
Autore: Davide Marchiol
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