E dire che uno glielo hanno sfilato sotto il naso. Ed era pure sacrosanto. Ricordate? Un girone fa, nella gara d’andata con l’Atalanta, dopo una “scenetta” durata tre-quattro minuti, l’arbitro triestino Piero Giacomelli – che quelche settimana dopo riconobbe in modo sincero l’errore – ritornò sulla propria decisione e impedì a Di Natale, già sul dischetto, di calciare il rigore del possibile 1-1. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti del campionato.

L’Udinese di penalty ne ha ricevuti parecchi – 6 come Roma, Hellas Verona e Torino, solo Fiorentina e Genoa ne hanno preso uno in più in serie A – anche perchè la pericolosità offensiva è decisamente cresciuta e la classifica tutto sommato positiva del girone di ritorno è legata anche alla capacità della banda Guidolin di creare delle azioni da rigore nell’area degli avversari.

Il momento. Inutile nascondere che proprio l’incapacità di costruire gioco in modo continuativo (e di conseguenza azioni in grado di scardinare le difese avversarie in tutte le giornate) sia uno dei motivi che hanno costretto l’Udinese a una stagione al di sotto delle attese.

Nessuno si illudeva in merito a un possibile poker europeo, ma è chiaro che a livello di potenzialità i bianconeri non sono da 12º/14º posto. Il fatto che nelle ultime sei giornate – cioè dall’inizio del girone discendente – abbiano collezionato addirittura quattro rigori è un segnale senza ombra di dubbio positivo, considerando che, al di là dei dubbi sul contatto Totò-Stendardo della scorsa domenica, nessuno ha messo in discussione i penalty assegnati all’Udinese.

L’unico che non ha portato punti è stato quello realizzato da Di Natale in apertura della gara con la Lazio, conclusa in modo sciagurato con la vittoria capitolina in dieci contro undici. Una delle partite da dimenticare dei bianconeri. Ben altro peso hanno avuto i tiri dal dischetto assegnati contro il Bologna (vittoria), Genoa e Atalanta (pareggio), capaci di contribuire alla ripresa in classifica dell’Udinese che anche a Milano, in Coppa Italia, si guadagnò la semifinale anche grazie a un rigore.

Allori. Un tiro dal dischetto realizzato da Muriel che si è ripetuto anche a Marassi, contro il Genoa, arrivando a un brillante 3 su 3 aperto a settembre contro il Parma. Gli altri quattro gol stagionali su calcio di rigore (Sassuolo, Lazio, Bologna e Atalanta) sono frutto della mira di Totò, anche lui finora infallibile.

Così, secondo la classifica dei rigoristi compilata da Penaltyfutbol.com (con più di 30 tentativi: Vidal e Balotelli sono sotto questa quota), adesso Di Natale è 17º al mondo. Segna praticamente 8 rigori su 10 ed è in buonissima compagnia nella graduatoria guidata da Ibrahimovic col 93.62% di realizzazione e completata, tra gli altri, anche da Cristiano Ronaldo e Messi. Insomma, il vecchio capitano continua a stupire, non solo per aver raggiunto Batistuta a livello di gol e aver messo nel mirino Del Piero e Signori.

Sezione: Notizie / Data: Mer 26 febbraio 2014 alle 19:30 / Fonte: Messaggero Veneto
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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