Stefano Antonelli, attuale dg del Siena, con un passato sia a Torino, come Ad, che a Udine, come consulente di mercato, rilascia un'intervista a Tuttosport parlando della gara del prossimo turno di campionato fra Udinese e Torino.

Stefano Antonelli, per lei Udinese-Torino significa una marea di ricordi. Da quale vuole cominciare?
«Direi proprio dalla parentesi granata. Una stagione, quella 2007/8, che ha avuto una intensità senza eguali, in cui ho imparato a conoscere cosa vuol dire lavorare per una società con così tanta storia e tradizione e un pubblico ricco di passione. Tra l’altro fu la mia prima stagione da dirigente, dall’altra parte della scrivania, dopo aver lavorato tanti anni come procuratore. Fu molto gratificante quel campionato in cui vestivo i panni dell’amministratore delegato. Ci salvammo con due giornate di anticipo e ancora adesso con Cairo ci lega un rapporto personale profondo che si è sviluppato nel tempo anche se poi sono andato a Udine come consulente di mercato per 4 stagioni e ora lavoro nel Siena. Per la prima volta il presidente del Toro, entrato nel calcio nel 2005 spendendo soldi per costruire una squadra che non esisteva, vide andare in porto le prime cessioni fruttifere come Grella all’estero per 5 milioni e Comotto per 4».
E dell’esperienza di Udine invece cosa conserva?
«Un ricordo prezioso, ho capito e vissuto la filosofia del management organizzato. Del resto la piazza e la società la conoscevo bene da tempo perchè come agente, in precedenza, avevo curato gli interessi di Quagliarella, Domizzi, Pinzi, Muntari, Handanovic e Muzzi per citarne alcuni. L’Udinese va alla grande perché può contare sul carisma di Gianpaolo Pozzo, un imprenditore con valori di altri tempi corroborati da un vissuto straordinario e Gino, il figlio, il deus ex machina del club».
Quanto le fa strano vedere la classifica e leggere prima il nome del Torino rispetto a quello dell’Udinese...?
«In effetti è sorprendente ma non mi pare di poter dire che sia un caso. Da una parte c’è un’Udinese che ha pagato dazio per la moltitudine di giovani che ha inserito nell’organico e che ovviamente richiedono un po’ di tempo tempo per adattarsi al tatticismo della serie A, tra i campionati più difficili. Dall’altra c’è un Toro che sta convincendo sotto molti punti di vista. Sopra a tutti quella del gioco. Ventura ha dato una identità precisa alla squadra che può sfruttare anche la forza agonistica e il talento di Cerci oltre allo spirito gladatorio di Glik che domenica si è tolto pure lo sfizio di andare in gol. Conoscendo Guidolin e il tecnico granata mi aspetto una partita spettacolare, con entrambe le squadre che giocano a viso aperto con l’obiettivo di attaccare e non difendersi. Certo, entrambi gli allenatori per motivi diversi hanno dovuto rivedere i loro convincimenti tattici, ma la filosofia di base votata a costruire gioco è rimasta immutata. Per tutte queste ragioni mi aspetto un grande match e il Toro tra l’altro affronta i bianconeri in un momento in cui stanno migliorando come testimonia il pareggio a Napoli per 3-3».
Dopo la gara del Friuli, il Toro chiuderà l’anno la settimana dopo in casa con il Chievo prima della sosta e dell’apertura del mercato. Secondo lei cosa dovrebbe fare il club granata a gennaio?
«Serve una premessa chiara: solo chi è dentro le situazioni può dare delle risposte che abbiano un senso compiuto sino in fondo. Comunque leggo di Lodi e in ogni caso della ricerca di un regista, di un playmaker e sicuramente Lodi ha queste caratteristiche. Ma da Siena è difficile dare consigli specifici».
Ma il Torino con i ritocchi giusti, senza entrare nel merito degli stessi, a che campionato potrebbe aspirare?
«Questa è una stagione strana, dove vedi una squadra come la Roma vincere dieci gare di fila, rallentare un attimo e trovarsi sotto di tre punti. Dopo le squadre che aspirano all’Europa la classifica è corta. Io dico che se il Toro riuscirà in questo periodo a dare continuità di risultati importanti potrebbe prendere l’abbrivio per firmare una stagione ricca di soddisfazioni».

Sezione: Notizie / Data: Gio 12 dicembre 2013 alle 12:00
Autore: Davide Alello
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