Un campione chiama l'altro, proprio come una magia nasce sulla scia di un'altra. Così al gol di Pirlo che ha deciso il derby di Torino in extremis, all'Olimpico risponde un Pjanic in formato maxi, tornato titolare dopo la prima esclusione tattica (a Mosca) della sua storia romanista con Garcia. Così la Roma resta nella scia della Juventus, mentre Mancini incassa la sua prima sconfitta alla guida della sua Inter-bis. I nerazzurri hanno avuto il pregio di giocarsela e di mettere anche paura a tratti alla Roma, anche se la quadratura del cerchio è ancora lontana.

Garcia recupera Maicon dopo quasi un mese e mezzo e preferisce Keita a De Rossi in regia. Mancini, invece, opta per un'Inter da battaglia, disegnando un 4-2-3-1 con due mediani pure (Medel e M'Vila) ed una batteria di trequartisti con Guarin a destra, Palacio dietro Osvaldo e Kuzmanovic a sinistra. E proprio su quest'ultima fascia i nerazzurri ballano, con il serbo e Dodò (protesta al 13' per un presunto contatto in area con Ljajic, in ripiegamento difensivo) che faticano a contenere le sgroppate di Maicon (anche se la spia della benzina del brasiliano finisce presto sul rosso fisso). Così proprio da quella parte prima Gervinho mette i brividi ad Handanovic (ok su Ljajic sullo sviluppo dell'azione), poi al 21' va ad insaccare nell'area piccola l'assist perfetto del folletto serbo. Allora Mancini passa al 4-4-1-1 e la replica nerazzurra arriva al 25', su di un gioco da rimessa laterale, con la difesa della Roma che dorme e De Sanctis che nega il pari a Kuzmanovic dal limite dell'area piccola. Ma è una fiammata, perché l'Inter fatica a costruire gioco in mezzo al campo. Al 28' è Nainggolan a calciare di poco alto, poco dopo Gervinho segna ancora con un'azione fotocopia del vantaggio (altro assist di Ljajic, gol giustamente annullato per fuorigioco). E quando meno te l'aspetti, arriva il pari di Ranocchia, ancora su gioco da fermo, stavolta con un colpo di testa su angolo di Kuzmanovic. Prima del riposo, salvataggio in extremis di Ranocchia su Gervinho e di Medel su Ljajic. Neanche il tempo di ripartire che arriva l'eurogol di Holebas: discesa di trenta metri, Campagnaro e Ranocchia saltatati di netto e sinistro sotto l'incrocio opposto dei pali di Handanovic. Ed allora, stuzzicato nell'orgoglio, ci prova anche Osvaldo con un pezzo di bravura (stop di petto e semirovesciata in corsa fuori di un soffio) da applausi. Con le squadre più lunghe, c'è più spazio per giocare ed allora anche uno come Dodò trova spazio per regalare proprio ad Osvaldo il pallone del 2-2, complice la deviazione di Astori. L'italoargentino festeggia zittendo l'Olimpico, Pjanic replica con il 3-2 in mischia tre minuti dopo tra le proteste dell'Inter (espulso Mancini) per un presunto fallo di Holebas su Guarin ad inizio azione. Insomma, la partita si è definitivamente infiammata, i fuochi d'artificio si sprecano. Pjanic protesta per un calcio di rigore, Nainggolan cerca anche lui l'eurogol da venti metri, Kovacic prova a far pentire Mancini di non averlo considerato dall'inizio e Iturbe sfiora due volte il 4-2. A siglarlo ci pensa allora Pjanic in pieno recupero, con una pennellata d'autore su calcio di punizione. Finisce così, la Roma resta nella scia della Juventus.

Sezione: Notizie / Data: Lun 01 dicembre 2014 alle 07:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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