UDINE. Totò Di Natale quando gioca a pallone è un patrimonio riconosciuto di tutto il calcio italiano e non solo dell’Udinese. Ancor di più da quando ha cominciato a balenargli per la testa l’idea di chiudere la sua carriera. Premesso che la sensazione sempre più forte è il capitano rispetterà il contratto da giocatore che lo lega al club dei Pozzo fino a giugno 2015, quando viene sostituito da Guidolin riceve quasi sempre l’applauso del pubblico ospite.
É accaduto due settimane fa all’Olimpico in occasione della Roma, ma tante altre volte in un passato recente: Cesena, Livorno, San Siro. Chissà cosa pensano però di lui i tifosi del Catania che solamente nelle ultime quattro stagioni si sono visti rifilare sette gol in quattro partite. Il bilancio è limitato alle sfide giocate sotto l’arco dei Rizzo perchè Totò a Catania è sceso in campo una sola volta nelle ultime quattro stagioni. Anche in quella occasione timbrò il cartellino del gol, un gol pesante vistò che permise all’Udinese di arrivare terza e conquistare il preliminare di Champions.
Decisivo. La serie di prodezze con il Catania è qualcosa di magico e al tempo stesso inspiegabile. Le giocate di Totò sono venute naturali, spontanee e, particolare non da poco, sono state quasi tutte decisive ai fini del risultato. Determinante è stata la tripletta del 13 settembre 2009 (4-2 il risultato finale), altrettanto il sinistro al volo del 20 marzo 2012 (2-1 l’esito del match al 90’) e la doppietta dello scorso campionato: allora Totò realizzò il definitivo 2-2 quando si era già entrati nei minuti di recupero. Di fatto solo il rigore realizzato contro Andujar il 20 marzo del 2011 non fu influente ai fini del risultato. All’Udinese, visto il 2-0 finale, sarebbe stata sufficiente la stoccata vincente di Inler per portarsi a casa l’intera posta in palio.
In Sicilia. Sette gol in quattro partite al Friuli, uno solo al Massimino nelle ultime quattro stagioni. Ma attenzione: Totò all’ombra dell’Etna ha giocato una sola volta. Catania, infatti, è una sorta di campo stregato visto che, o per turnover, o per problemi fisici, il capitano per tre volte è rimasto a casa. Nell’unica occasione in cui è sceso in campo ha realizzato il gol più importante di tutti, quello che valse la conquista del terzo posto e del preliminare di Champions League. Quel gol, che per tecnica è sicuramente uno dei migliori tra i 185 messi a segno in serie A dal capitano dell’Udinese, fu apprezzato anche dai tifosi del Catania.
Ale e Beppe. Tenuto a riposo giovedì sera a San Siro contro l’Inter, Di Natale domani sarà fresco e riposato per l’appuntamento con i siciliani. Con nove partite ancora da disputare l’obiettivo di raggiungere a quota 188 due mostri del calibro di Del Piero e Signori non pare così irrealizzabile. Appuntamenti casalinghi come quelli di domani, però, vanno sfruttati e Totò ne è consapevole anche per questo motivo gli è rimasto sullo stomaco l’errore dal dischetto commesso con il Sassuolo: avesse fatto centro sarebbe a meno due dagli ex campioni di Juve e Lazio.
Il futuro. Nove partite ancora da giocare. Saranno le ultime della carriera di Di Natale? Difficilmente il diretto interessato renderà pubblica la sua decisione prima della fine della stagione ma è opinione abbastanza comune che Totò, indipendentemente da chi siederà sulla panchina bianconera la prossima stagione, rispetterà il contratto firmato con i Pozzo e che scade nel giugno del 2015. Il ritorno a Empoli come responsabile del settore giovanile o allenatore di una delle formazioni del vivaio non sembra possibile a meno di rinunciare all’ingaggio che Totò percepisce a Udine.
E poi c’è sempre quell’obiettivo dei 200 gol in serie A tagliato da appena sei giocatori (Piola, Totti, Nordahl, Meazza, Altafini e Baggio) sul quale un po’ tutti in Friuli fanno leva. Forse la sua dolce metà Ilenia, che a gennaio si era esposta fino troppo («a giugno torneremo a Empoli») ha parlato troppo presto. O almeno così si augurano i tifosi dell’Udinese. Intanto c’è un Catania da infilzare per allungare e alimentare una serie che è già qualcosa di straordinario.
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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