Pierpaolo Marino si è presentato ai microfoni della stampa al posto del tecnico Gabriele Cioffi, dopo il 2-6 subito contro l’Atalanta. Gara condizionata dai tanti positivi riscontrati in casa friulana: “La mia presenza si spiega perché è stata mandata oggi al martirio una squadra, rischiando la salute fisica dei nostri giocatori e degli altri. Non facciamo allenamenti di gruppo da cinque giorni, oggi sono stati radunati alle 9 di mattina per fare la conta per giocare, Beto si è negativizzato questa mattina, abbiamo fatto le visite di prassi e qualcun altro che era in campo era guarito da un giorno. Questo non è calcio, non ha alcun valore il risultato, così si è solo svilita la storia dell’Udinese e dei giocatori che non si meritavano tutto questo”.
Il ricorso è stato fatto dalla Lega e non da voi.
“Io non mi nascondo dietro a un dito, questo accanimento di voler far giocare a tutti i costi l’Udinese non tenendo conto della gravità della nostra situazione, con due positivi al giorno di cui 11 totali tra i giocatori, senza neanche dirci con un po’ di preavviso che avremmo dovuti riunirli per la partita… tutto questo non giova a nessuno, né a noi, né allo spettacolo né ai brodcaster. Il tutto mettendo in pericolo dei giocatori che non si allenavano da diversi giorni e quindi erano a rischio fisicamente”.
Forse era l’unica soluzione, ma pare che non sia così…
“Assolutamente, ci eravamo dichiarati disponibili a tutto, non si fa ricorso al TAR però un giorno prima della gara, noi siamo stati costretti a portare via giocatori in quarantena, quindi un pericolo per loro e per gli altri. Fino alle 18 di ieri eravamo in bilico, stamattina alle 9 abbiamo dovuto chiamare a raccolta i giocatori in albergo e alcuni erano in situazioni precarie. Oggi sono stati eroici per come sono stati in campo, sono stati dei martiri, se togliamo il recupero il risultato era ancora consono se consideriamo in che condizioni eravamo. Io domani non avrò il coraggio di guardare i ragazzi e i tifosi negli occhi, si chiederanno perché non abbiamo voluto difendere loro e la storia gloriosa dell’Udinese che ha fatto anche le coppe e ottenuto piazzamenti importanti. E’ da un po’ che non frequento la Lega, ma ricordo spesso decisioni sbagliate… quanto ho vissuto di riflesso ora che sono direttore dell’area tecnica dell’Udinese credo sia il toccare il fondo”.
Il ricorso è stato fatto dalla Lega e non da voi.
“Io non mi nascondo dietro a un dito, questo accanimento di voler far giocare a tutti i costi l’Udinese non tenendo conto della gravità della nostra situazione, con due positivi al giorno di cui 11 totali tra i giocatori, senza neanche dirci con un po’ di preavviso che avremmo dovuti riunirli per la partita… tutto questo non giova a nessuno, né a noi, né allo spettacolo né ai brodcaster. Il tutto mettendo in pericolo dei giocatori che non si allenavano da diversi giorni e quindi erano a rischio fisicamente”.
Forse era l’unica soluzione, ma pare che non sia così…
“Assolutamente, ci eravamo dichiarati disponibili a tutto, non si fa ricorso al TAR però un giorno prima della gara, noi siamo stati costretti a portare via giocatori in quarantena, quindi un pericolo per loro e per gli altri. Fino alle 18 di ieri eravamo in bilico, stamattina alle 9 abbiamo dovuto chiamare a raccolta i giocatori in albergo e alcuni erano in situazioni precarie. Oggi sono stati eroici per come sono stati in campo, sono stati dei martiri, se togliamo il recupero il risultato era ancora consono se consideriamo in che condizioni eravamo. Io domani non avrò il coraggio di guardare i ragazzi e i tifosi negli occhi, si chiederanno perché non abbiamo voluto difendere loro e la storia gloriosa dell’Udinese che ha fatto anche le coppe e ottenuto piazzamenti importanti. E’ da un po’ che non frequento la Lega, ma ricordo spesso decisioni sbagliate… quanto ho vissuto di riflesso ora che sono direttore dell’area tecnica dell’Udinese credo sia il toccare il fondo”.
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Lunedì 09 set