Una nuova notte di terrore in Francia. Il camion bianco che sfreccia all’impazzata lungo la Promenade des Anglais richiama a distanza di tempo gli spari e le urla disperate provenienti dal Bataclan, nella drammatica serata del 13 novembre 2015. L’Europa si riscopre nuovamente vulnerabile. Soprattutto ci si interroga sul problema della sicurezza. Perché in un giorno così importante come il 14 luglio francese ci si è fatti trovare nuovamente scoperti ed impotenti?

A proposito di misure cautelari, risultano preziose e per certi aspetti lungimiranti le parole del Professor Marco Lombardi, docente associato del centro di ricerca su terrorismo e sicurezza nel dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’esperto aveva parlato di queste problematiche il 16 giugno, nel corso di una conferenza organizzata dall’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale), incentrata sul rapporto tra sport e politica. Queste le sue considerazioni sul fenomeno del terrorismo, tornato brutalmente d’attualità: <<La minaccia del terrorismo islamista durerà a lungo. Già nel 1998 si considerava il 2016 come l’anno peggiore per questi attacchi. Il terrorismo attuale è profondamente diverso da quello degli anni ’70 per il modus operandi: non si può mettere al sicuro un target preciso perché gli atti sono rivolti per lo più a “subtarget”. La grande vulnerabilità è determinata dalla mancanza di cambio di mentalità. Per questo il terrorismo è in vantaggio sulle misure di sicurezza. La Francia, in questo momento, sta correndo un grandissimo rischio. Le responsabilità di questa situazione sono da dividersi, a mio giudizio, tra istituzioni, governo e cittadini. Gli apparati di sicurezza sono stressati da tante problematiche. Inoltre siamo in un contesto di guerra ibrida, ossia un momento in cui assi diversi tendono ad incrociarsi. È come se sullo stesso terreno di gioco si confrontassero squadre praticanti sport differenti, dirette da arbitri con regole diverse. Inoltre ci sono diversi episodi preoccupanti: ad esempio, il 21 maggio è stato arrestato a Kiev un transalpino con diversi armamenti e, secondo le fonti ucraine, il carico era destinato ad arrivare fino in Francia. Probabilmente questo caso è collegato con la notizia di gruppi islamici provenienti dalla Siria e diretti verso l’Europa già attrezzati. Il loro progetto dovrebbe essere quello di arrivare sul suolo francese, suddividersi in piccoli gruppi e creare il panico. Il vero limite sta proprio nella scarsa consapevolezza degli europei di comprendere quanto sia cambiato il mondo. Mancano strumenti adeguati  e spesso le istituzioni non sono in grado di interpretare e giudicare le nuove situazioni. C’è un ancoraggio mentale che non appartiene ai terroristi. L’intelligence europea dovrà cercare di arginare questa minaccia collaborando con le varie unità nazionali>>.
 

Sezione: Notizie / Data: Ven 15 luglio 2016 alle 09:30
Autore: Federico Mariani
vedi letture
Print