Sarà stato l'effetto Baroni, ma ieri il Frosinone, pur senza fare nulla di trascendentale, ha dato nitidi segnali di vitalità, di organizzazione di gioco, di essere squadra, chissà anche di poter centrare l'obiettivo minimo-massimo rappresentato dalla salvezza. È vero che i ciociari hanno agguantato nella ripresa l'Udinese con un rigore assai dubbio (per Nicola non c'era per nulla anche se il tecnico dell'Udinese ha chiuso il delicato argomento con un «accetto il verdetto del Var»), ma il punticino con cui sono rincasati non fa una grinza. È meritato. Non fa classifica, vero, ma genera entusiasmo, fiducia, autostima. L'Udinese per contro ha dimostrato di essere ancora malaticcia. Fragile mentalmente, in difficoltà a livello atletico, con alcuni elementi in evidente ritardo di condizione generale, vedi Lasagna, vedi Fofana. Una squadra che crea poco, che sbaglia assai, che si concede troppe pause. La volontà di spaccare il mondo non le fa certo difetto, ma le sue attuali armi risultato inoffensive per gli avversari. La situazione per i friulani diventa sempre più delicata. Nicola sperava nel successo per abbandonare la zona rossa, nulla di tutto ciò, di questo passo i bianconeri rischiano di proseguire il loro calvario vita natural durante. E gli alibi (i troppi elementi rimasti in infermeria sino a poco tempo fa e che sono ancora in ritardo come brillantezza), hanno le gambe corte come le bugie. D'accordo, il contatto da cui ieri è scaturito il rigore assegnato agli ospiti non è sembrato così netto, ma la cattiva sorte sovente sposa il demerito.

BOTTA E RISPOSTA. La gara è stata avara di emozioni, il ritmo è stato lento, i contenuti tecnici sono stati avari e inizialmente le contendenti hanno cercato di studiarsi. Al 32' è passata l'Udinese favorita dal sonno della difesa ciociara: cross da destra di Stryger, Ariaudo prima, Zampano poi lasciano rimbalzare due volte la sfera che giunge sul sinistro di Mandragora che da una decina di metri fa partire un missile che si infila all'incrocio. Ma il Frosinone ha avuto il merito di non disunirsi e ha mandato ai friulani un chiaro avvertimento 4' dopo, il tiro dai venti metri di Ciano che ha colpito il palo con Musso fuori causa. Nel secondo tempo si è visto un altro Frosinone, più determinato, più reattivo, sono cresciuti Chisbah, soprattutto Maiello, in compenso sono calati tra i friulani Fofana e Behrami. Dopo un quarto d'ora di predominio, il Frosinone ha pareggiato: lancio troppo lungo per Pinamonti, ma Musso non esce ed Ekong calcia fuori. Dalla rimessa nasce un traversone su cui si avventano Ciano ed Ekong: l’attaccante del Frosinone rovina a terra e arbitro e Var decidono che è rigore. Rigore che Ciano trasforma. Poi non succede niente anche se Nicola manda in campo altri due attaccanti, Pussetto prima, Machis poi. Il Frosinone difende con ordine e grinta la propria area di rigore

Sezione: Notizie / Data: Dom 23 dicembre 2018 alle 09:03 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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