Ancora non ci siamo resi conto veramente di quello che è successo. Si è dimesso Tavecchio, ma è calato il silenzio. È il momento che qualcuno ci metta la faccia e decida di fare nuove regole. La svolta può partire solo da questo". E' un fiume in piena Fabio Cannavaro, capitano dell'Italia Campione del Mondo nel 2006, che in una intervista al Corriere della Sera analizza i problemi del nostro calcio dopo la mancata qualificazione a Russia 2018. "Abbiamo vinto quattro Mondiali e siamo rispettati. A volte diamo poca importanza a noi stessi e guardiamo sempre gli altri. Ma noi per anni siamo stati un punto di riferimento. Adesso c'è troppa esterofilia, sia in campo che fuori. Ci mancano i Totti, i Del Piero, i Baggio. Insigne non si è ancora espresso a livello internazionale".

Sui problemi dei più giovani difensori italiani: "Vanno insegnati i fondamentali della tecnica, della coordinazione, dell’uno contro uno. Invece sento parlare di linea a quattro o di fuorigioco: gli allenatori non devono sfogare la loro repressione sui più giovani. Nella semifinale del Mondiale ho fatto un anticipo da cui è partita un’azione da gol grazie all'insegnamento di uno dei miei primi allenatori. Oggi vedo difensori che fanno rimbalzare la palla o non sanno saltare con un piede".

Infine, una considerazione sulla corsa Scudetto: "Per la rosa che ha, resta Allegri il favorito. Ma il Napoli sta capendo come vincere le partite sporche, quelle in cui non brilli, come a Udine".

Sezione: Notizie / Data: Mar 28 novembre 2017 alle 11:00
Autore: Davide Marchiol
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