Il nome è di quelli altisonanti e proprio per questo fa più effetto. Totò Di Natale da sabato sera ha segnato lo stesso numero
di gol in serie A di Roberto Boninsegna, bomber di razza dell’Inter e della Nazionale, l’uomo del gol azzurro nella finale Mondiale di Messico ’70. Totò e Bonimba sono appaiati al 15º posto a quota 163: il bianconero sta davanti per una media migliore (0,48 contro 0,45) perchè i 163 gol li ha messi assieme in 338 partite contro le 366 dell’ex centravanti di Inter e Juventus.

Boninsegna, Di Natale l’ha agganciata nella classifica cannonieri di tutti i tempi. Lo “scugnizzo” friulano da qualche anno ha cambiato marcia... "É vero. Da cinque anni a questa parte Di Natale è il più grande attaccante italiano. Non si vince per caso due volte consecutive la classifica dei cannonieri e si lotta fino all’ultimo per il tris. Ribadisco: certe medie realizzative le può tenere solo un grande. Totò non ha avuto fortuna solo in nazionale e la cosa è stranissima. Però i numeri con l’Udinese rimangono: senza di lui la formazione friulana non avrebbe raggiunto livelli europei".

Di Natale ha da poco compiuto 35 anni. É vero che le motivazioni sono una qualità molto individuale, ma secondo lei quanto può andare avanti? "Negli ultimi anni l’età media si è alzata, si smette di giocare più tardi. Tra l’altro lui è un brevilineo per cui se si mantiene bene può fare almeno altri due anniad alto livello"



Di Natale non ha mai giocato in una grande squadra. Questo è stato un vantaggio per lui? "Non direi. Nei club di primissima
fascia di solito il compito dell’attaccante è più semplice. D’altro canto va anche detto che all’Udinese giocano un po’ tutti per lui".


La sua qualità principale? "Tecnica abbinata all’intelligenza. Ha un senso e una geometria del gioco eccezionali. Poi è molto bravo ad andare a sfruttare i difetti degli avversari. Ai miei tempi venivi marcato a uomo e in più c’era il libero che raddoppiava, oggi, con la marcatura a zona, è l’attaccante che decide da chi farsi marcare e lui sa bene dove mettersi in area di rigore.Epoi con il passare del tempo ha migliorato la freddezza sottoporta".

E di Muriel cosa ci può dire? "Lo conosco poco, ma mi fido dell’Udinese, una società che con i giovani talenti stranieri raramente sbaglia giudizio"


 

Sezione: Notizie / Data: Lun 17 dicembre 2012 alle 09:25 / Fonte: Messaggero Veneto
Autore: Davide Rampazzo / Twitter: @Davide_Rampazzo
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