Adem Ljajic ti guarda come se supplicasse. Ovviamente non ci pensa neppure. Attende che gli diano quel che secondo lui gli spetta. Si è allenato su rigori e punizioni anche dopo l’orario di lavoro previsto. Garcia lo ha promosso o forse lo ha illuso: è il giocatore più simile aTotti che abbiamo in rosa, ha detto l’allenatore. E lui ci ha creduto, anche se senso della misura e prudenza gli consigliano di tenere basse le orecchie: «Ci manca un uomo importantissimo. Dobbiamo vincere senza di lui». Il suo rapporto con Garcia, come evidenzia Il Corriere dello Sport (M. Evangelisti), non sembra impallidire di fronte alle avversità. A Dimensione Suono Roma ha paragonato l’allenatore a Montella, forse con ironia visto che a Firenze il feeling era arrivato a fondo corsa. Ma ha anche detto che il sergente fa molto possesso palla, lavora sui passaggi e rispetta tutti. Sembra considerarli lati positivi. Aggiungendo:«Decide lui se schierarmi o no.

Giusto così. Io però mi sto allenando per bene, dopo aver avuto guai alla schiena e a un flessore». Ljajic vorrebbe giocare sempre e una volta distingueva gli allenatori in base a criteri conseguenti. Adesso lo fa ancora. La differenza è che al riguardo ha pronunciato buoni propositi, dato che ci avviciniamo al Natale: "Prima mi arrabbiavo se non mi mettevano subito in campo, ora non più. E’ vero però che non vedo l’ora di giocare dal primo minuto». Non è un auspicio, è un commento. Dà per scontato che tocchi a lui. Proprio qui sta il problema e fors’anche l’origine primordiale degli ultimi dubbi di Garcia. Quando l’allenatore ha guardato Ljajic in faccia al momento di metterlo in campo contro il Napoli quel che ha visto non gli è piaciuto. Niente di più facile per dimostrargli fiducia che nominarlo sostituto ideale di Totti e utilizzarlo di conseguenza.

Sezione: L'Avversario / Data: Dom 27 ottobre 2013 alle 10:30 / Fonte: romanews.eu
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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