Indifendibili e rimandati. Dopo due vittorie di fila, il Pescara ha steccato l’appuntamento con il salto di qualità. Sette punti nelle ultime tre partite avevano fatto tirare un bel sospiro di sollievo dopo l’avvio disastroso, ma domenica di nuovo il Delfino è stato arenato e messo a nudo. Stavolta è stata la Lazio a passeggiare sul manto erboso dell’Adriatico- Cornacchia. Squadra spenta, senza idee e alcune scelte di formazione di Stroppa non hanno affatto convinto.

I biancazzurri sono stati sonoramente fischiati a fine partita e non ci sono attenuanti per nessuno. Il Pescara non ha un tasso tecnico elevato, certo, ma un po’ di rabbia agonistica poteva essere anche sprigionata in campo, invece, il nulla. Una squadra senza identità. Il giorno dopo la batosta tocca al presidente Daniele Sebastiani rimettere insieme i cocci. Stroppa non si tocca, ma la squadra deve trovare una propria fisionomia di gioco e tutti devono dare di più. In sintesi è questo il pensiero del numero uno biancazzurro, ieri a Milano per la riunione di Lega. "Sono dispiaciuto" attacca il presidente. "Potevamo partire in maniera diversa. La Lazio è una squadra forte, ma, forse, se non prendevamo quel gol all’inizio su punizione dopo pochi minuti, sarebbe stata una partita diversa. Poi abbiamo preso gol su due errori in difesa evitabili".

La carica dei tifosi prima della partita non è servita. "La squadra forse sentiva molta più responsabilità e pressione per la gara con la Lazio, ma la reazione doveva essere diversa" spiega il massimo dirigente pescarese. "Siamo stati molli e l’approccio alla gara non è stato buono. In campo dovrebbero essere più incazzati. Ci vuole una mentalità diversa e l’atteggiamento non mi è piaciuto affatto".



Poco felici le scelte di mandare in panchina Nielsen e Quintero per Blasi e Celik titolari: "A queste cose ci pensa l’allenatore, che ha visto bene questi due giocatori durante gli allenamenti settimanali. Da Blasi, però, forse ci si aspettava qualcosa in più. Comunque non è un discorso che riguarda solo il singolo giocatore: tutti devono dare di più".

I fischi allo stadio sono sintomatici: "Fuori dallo stadio ho incontrato un gruppo di tifosi e comprendo la loro tristezza. Il tifoso paga e ha tutto il diritto di fischiare. La curva è stata fantastica e ha incitato i ragazzi per tutta la partita e mi dispiace che non siamo riusciti a vincere perché sappiamo tutti a quanto teneva alla partita contro la Lazio. Cerchiamo di aiutare questa squadra stando vicini ai calciatori".

Sono ricominciati i mugugni attorno alla figura di Giovanni Stroppa. "Il nostro allenatore non si tocca, ma dopo sette partite deve iniziare a puntare un gruppo ben preciso di calciatori. E’ ora di individuare i punti di riferimento. Dobbiamo puntellare la nostra
fisionomia di squadra. I mugugni dei tifosi? Noi non possiamo prendere decisioni in base all’umore di alcuni tifosi e di alcune critiche. Stroppa non rischia. Siamo partiti male con tre sconfitte di fila e questo allenatore era stato etichettato come un somaro e dovevamo mandarlo via, poi abbiamo fatto sette punti di fila ed è diventato un fenomeno. Adesso di nuovo deve essere esonerato? Nelle cose della vita e del calcio ci vuole molto equilibrio. Questa squadra deve salvarsi e non deve andare in Europa, chiediamo solo di stare vicino ai ragazzi. Non voglio dare alibi a nessuno e d’ora in poi tutti devono dare di più. Mi aspetto una reazione importante dai giocatori più esperti, che devono aiutare i tanti giovani che abbiamo in rosa»
. Tutti avvisati.

Sezione: L'Avversario / Data: Mar 09 ottobre 2012 alle 12:16 / Fonte: Il Centro
Autore: Davide Rampazzo / Twitter: @Davide_Rampazzo
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