L'identità è una cosa seria. Spesso viene presa a riferimento anche nel calcio. Mancanza di identità, identità sospesa o nascosta, crisi d'identità. Il Pescara, in fondo, ha attraversato tutte queste fasi, salvo poi scoprire che di questo riconoscimento c'è bisogno fino a un certo punto. Perché, come hanno spiegato in settimana alcuni senatori, da Colucci a Modesto a Blasi, gente che insieme ha accumulato all'incirca 700 partite in serie A, i tempi sono cambiati. Tranne le big (non tutte, per la verità), nessuna si esprime 90 minuti in maniera coerente, la maggior parte soffre quando deve soffrire e aspetta il momento giusto per ripartire. Non si arriva più dentro la porta per fare gol, si deve cogliere l'occasione. La nuova moda è racchiudersi in dieci dietro la linea della palla e, solo quando si può, provare a pungere. E' questo che dovrebbe fare il Pescara a Udine, senza che nessuno si scandalizzi. Non come avvenne due settimane fa contro la Lazio, con tutte quelle scariche emotive della vigilia, un autoconvincimento folle di poter colpire e fare male, fino alla resa dei conti, come un bulletto di periferia che gonfia i muscoli davanti allo specchio, ma poi le prende di brutto quando si trova davanti un bandito vero.

SCINTILLA - Dunque, per cercare un atto di pirateria, tipo Cagliari, serve altro. Furbizia, compattezza, intensità, sacrificio e velocità, di gambe e di pensiero. Nel tentativo di rendere remunerativa questa trasferta il tecnico Stroppa ha scelto di cambiare molto. Tra infortuni e gente che non si è allenata perché andava e veniva dalle rispettive nazionali, quasi mezza squadra sarà diversa da quella sottomessa due settimane fa dalla Lazio. Jonathas al posto di Vukusic, Weiss per Celik, Bjarnason anziché Quintero e via discorrendo, fino alle modifiche a centrocampo e in difesa dove Colucci e Terlizzi sono rimasti bloccati in infermeria. L'allenatore è ottimista. "Da inizio campionato siamo cresciuti tanto e io sento la squadra pronta ogni giorno di più. La sensazione è che manchi solo l'occasione, la scintilla. Magari scoccherà proprio a Udine"
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SPIRITO BATTAGLIERO - A proposito di occasione, oggi potrebbe essere quella giusta per esorcizzare qualche tradizione negativa. In Friuli gli adriatici non vincono da 69 anni, ma soprattutto in tutte le gare fuori casa di questo campionato si sono visti assegnare un rigore contro, spesso con relativa espulsione. Nessuno a favore, invece. Perciò servirà tanta attenzione nella propria area che porti a un armistizio con gli arbitri e, magari, qualche frequentazione in più di quella avversaria. Tornando al discorso dell'identità, il Pescara modifica anche il modulo passando dal 4-3-3 al 4-3-1-2. Niente di radicale, anche perché poi potrà essere declinato in tante formule diverse. "Al di là del modulo e degli uomini che scenderanno in campo - ha chiesto Stroppa ai suoi - bisognerà ritrovare lo spirito battagliero e di sacrificio delle gare precedenti alla Lazio. Non dobbiamo concedere situazioni in cui l'Udinese è maestra. Voglio grande aggressività, attenzione e tenuta del campo. L'interpretazione però è alla base di tutto". Dunque, attenti a leggere bene lo spartito.


Le probabili formazioni (Corriere dello Sport)

Udinese (3511). Brkic; Benatia, Danilo, Domizzi; Faraoni, Allan, Pinzi, Lazzari, Gabriel Silva; Maicosuel; Di Natale

Pescara (4411). Perin; Zanon, Bocchetti, Capuano, Modesto; Nielsen, Blasi, Cascione, Weiss; Bjarnason; Jonathas

 

Sezione: L'Avversario / Data: Dom 21 ottobre 2012 alle 10:09
Autore: Davide Rampazzo / Twitter: @Davide_Rampazzo
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