Alberto Malesani, per un breve periodo anche allenatore dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista quest'oggi alla Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:

"Se guardo avanti ho ancora una gran voglia di farmi sotto, di allenare, di dimostrare e progredire. Se mi giro vedo una vita a colori, ho realizzato due dei miei sogni: allenare e vincere" e confessa "Che ci terrei a finire meglio la mia carriera da professionista. E non con quell’esonero a Sassuolo, punto che non vorrei fosse di non-ritorno. Io col calcio non ho smesso".

"Quel gesto dell’orecchio di Mourinho allo Stadium non l’avrei fatto. Però avrei esultato, perché poi l’esultanza dell’allenatore chi l’ha sdoganata? Io, anche se dicevano che macchiava l’immagine, che non andava fatta. Ora, e da tempo, vedo tecnici entrare nel campo e saltare, Conte, Klopp, tanti altri. E la tuta? Io la portavo, Sarri ci ha fatto una cavalcata di anni a Napoli. Prima sembrava tutto una bestemmia. Come un certo gioco: pressing alto, la transizione di un certo tipo, partecipazione collettiva, aggressione, proposizione. Se un ventenne mi chiedesse a chi assomigliava il mio calcio, direi che ero più vicino a Guardiola che ad altri, ma senza voler fare il presuntuoso: quel mio Parma che vinse la Uefa contro il Marsiglia aveva molti concetti di Pep".

Sezione: Gli ex / Data: Ven 23 novembre 2018 alle 11:00
Autore: Jessy Specogna
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