Un 2016 tra addii e cambiamenti: ecco cosa è successo in casa Udinese

Uno spartiacque tra recente passato e futuro immediato. Questo 2016 verrà ricordato così all’interno della storia dell’Udinese. L’annata che va concludendosi può suddividersi in due parti. Nel corso della prima fase, i friulani sono lentamente crollati, vedendo implodere vecchie certezze costruite nelle ultime stagioni, come il collaudato modulo 3-5-2 ed i sempre presenti Di Natale, Domizzi e Pasquale. Il rapporto tra il capitano e la dirigenza si è logorato rapidamente sul finire del campionato, anche se la passerella nel match contro il Carpi è stata ugualmente sentita ed emozionante. I due difensori storici, colonne portanti dell’Udinese di Guidolin, hanno perso lentamente la maglia da titolare, anche a causa di tanti acciacchi ed infortuni, che hanno fortemente condizionato e limitato il loro rendimento. L’ultima gara contro gli emiliani di Castori ha di fatto archiviato un’epopea. Ciò che rimaneva della squadra giunta terza in classifica nel 2011/12 ha ceduto il passo alle forze fresche giunte per dare un contributo significativo alla società di proprietà dei Pozzo.

In effetti, la seconda parte del 2016 è stato proprio all’insegna dei volti nuovi e della gioventù. Il ricambio generazionale è tutt’ora in atto. È cambiato il detentore della maglia numero 10, passata dalle spalle di Totò Di Natale a quelle di Rodrigo De Paul, argentino promettente, ma finora inespresso nel suo potenziale. Tornano di moda i giovani rampanti a centrocampo, con la stella brillante di Seko Fofana e l’emergente Jakub Jankto a rimpiazzare il vuoto di giocatori esperti come Zdravko Kuzmanovic. I gol di Perica e Zapata sono garanzia di un futuro promettente, qualora dovessero essere confermati. Nel mezzo alcune certezze, come Orestis Karnezis e Cyril Thereau. Sono loro ad assumersi il compito non semplice di punto di riferimento in una fase di transizione. E non è un caso se sono loro gli uomini simbolo di questo 2016 così particolare e suggestivo.