L'Udinese chiede 203 mila euro a Palazzo d'Aronco dopo aver ottenuto il Certificato per la prevenzione incendi dell'auditorium. Richiesta che non trova minimamente d'accordo il Comune: "L’Udinese ritiene che ci sia stato un inadempimento contrattuale da parte del Comune, ma noi la pensiamo in modo diverso e quindi ci opporremo alla richiesta" ha dichiarato l’assessore ai Contenziosi, Silvana Olivotto,

La giunta ha dato mandato all'avvocato Giangiacomo Martinuzzi per la difesa, con l'Udinese che invece sarà rappresentata  dagli avvocati Luca De Pauli e Andrea Franchin. Prima udienza il 10 settembre.

La nuova battaglia legale nasce da una diversa interpretazione della convenzione che ha fatto acquisire all’Udinese il diritto di superficie dello stadio per 99 anni a fronte di un canone di 45 mila euro. L'obiettivo della società bianconera è quello di utilizzare l'auditorium, che si trova nella parte non rifatta da zero dello stadio, ovvero la tribuna coperta dall'arco, anche per eventi aperti al pubblico. Per farlo serviva il Certificato prevenzione incendi. Secondo l’Udinese "la convenzione dice che laddove vi siano delle strutture non a norma nel vecchio stadio l’onere dell’adeguamento spetta al Comune". Dopo alcuni vani tentativi di trovare un’intesa con il Comune la società bianconera si è rivolta al giudice per la nomina di un consulente che ha effettuato un accertamento tecnico preventivo. Una volta stabilito quanto potessero costare i lavori l’Udinese li ha effettuati a sue spese e nei giorni scorsi ha presentato il conto al Comune.

Sulla questione è intervenuto nel corso del consiglio comunale di lunedì anche il sindaco Pietro Fontanini: "Purtroppo l’Udinese ha aperto una casa civile nei confronti dell’Amminstrazione Comunale. Probabilmente è cambiato qualcosa per loro. Io pensavo di no. Però oggi abbiamo incaricato un avvocato per difenderci da un contenzioso. Speriamo che queste cause finiscano, perché non vorrei passare per un’amministrazione che continua ad avere con l’Udinese continui contenziosi. Dobbiamo superare questa fase. Spero che la dirigenza di questa importante società sia più collaborativa e non si presenti, a cose fatte, senza un colloquio, né una telefonata, o un preavviso, una citazione davanti al tribunale civile di Udine perché secondo loro non abbiamo dato circa 200mila euro»

Sezione: Focus / Data: Mer 13 giugno 2018 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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