“Ecco, ci risiamo”. Lo hanno pensato tanti tifosi bianconeri quando ieri il direttore di gara ha assegnato il calcio di rigore all’Atalanta a pochi minuti dal termine. Sembrava l’ennesima gara buttata alle ortiche, la solita maledetta domenica del recente momento no. Una beffa ingiusta, specialmente dopo la bella reazione dell’Udinese in seguito allo svantaggio realizzato da Jasmin Kurtic. Il pareggio di Rodrigo De Paul su calcio di rigore e la rete di Antonin Barak erano improvvisamente finiti nel dimenticatoio. Ed invece il tiro di Bryan Cristante ha trovato sulla sua strada la resurrezione sportiva di Albano Bizzarri. Penalty neutralizzato e vittoria in cassaforte, la seconda consecutiva, quasi a dimostrare che la scoppola rimediata dalla Juventus è stata definitivamente assimilata e lasciata alle spalle. Aspettiamo prima di parlare di guarigione, ma se non altro la strada verso la redenzione sembra giusta. 

Curioso che a risollevare la squadra friulana siano stati due giocatori non propriamente considerati i punti di forza. Bizzarri era approdato ad Udine per fare da chioccia al giovane Scuffet, ma le incertezze del ragazzo classe 1996 hanno spinto il tecnico Delneri a puntare su di lui. L’argentino non aveva impressionato sinora, risultando in qualche occasione non impeccabile sui gol incassati. Ed invece, ieri, si è riscattato con un intervento decisivo tanto quanto il gol di Barak, l’altra rivelazione di questo avvio di stagione. I tifosi si aspettavano le sgroppate di Jakub Jankto, le progressioni palla al piede di Seko Fofana e l’esperienza di Valon Behrami ed invece chi sta sostenendo maggiormente l’Udinese è questo centrocampista ceco classe 1994. Due gol consecutivi e pesantissimi che hanno foraggiato una classifica deprimente con ben  6 punti. Reti decisive in gare maschie e sporche, difficili da interpretare e vincere. 
È curioso che, nel momento più buio, i friulani abbiano trovato l’apporto di due outsider sottostimati, ma determinanti, una sorta di Provvidenza manzoniana applicata al calcio. Le mani di Bizzarri ed i piedi di Barak sono le armi in più di un’Udinese convalescente, probabilmente i vari bastoni a cui il paziente deve aggrapparsi prima di poter riprendere a camminare stabilmente e correre verso traguardi ancora inesplorati. In attesa di tempi migliori, è già un punto di partenza non indifferente.
 

Sezione: Focus / Data: Lun 30 ottobre 2017 alle 17:30
Autore: Federico Mariani
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