Questione di motivazioni. Si definisce con questi termini la differenza di prestazioni tra una squadra tranquilla in classifica ed una con ancora un obiettivo da raggiungere. È vero, l’Udinese era già aritmeticamente salva, mentre il Bologna ancora non aveva la stessa certezza. Di conseguenza, i felsinei, che dovevano farsi perdonare qualche passo falso di troppo di fronte al proprio pubblico, sono scesi in campo con l’intenzione di ottenere i tre punti.

Al contrario, i bianconeri hanno sbagliato completamente l’approccio alla gara. Nessuna pressione, nessun segno di vita. La dimostrazione di questo modo di fare completamente sbagliato si è avuta in occasione del primo gol, incassato dopo due soli minuti di gioco, con il centrocampo inesistente e la difesa completamente fuori posizione.  Nonostante qualche timido segnale di ripresa, il Bologna non ha mai corso seri e nella ripresa ha fatto quello che voleva. Il 4-0 finale è eloquente più di mille parole.

Ovviamente c’è resa e resa. È una sconfitta indolore per la classifica, ma non può fare assolutamente piacere. Ci sta che le motivazioni degli avversari siano maggiori e che la spinta del loro pubblico si faccia sentire. Tuttavia, intercorre una sottile ma decisiva differenza tra l’essere demotivati e l’essere liberi mentalmente. Quando ci si trova nella seconda condizione, si possono ottenere grandi risultati. Si può giocare esprimendosi su livelli addirittura migliori rispetto a quelli abitudinari, in cui la pressione fa spesso capolino. Ieri sono mancate le motivazioni e si è notato. Pochi i duelli vinti, pochissime le azioni degne di nota. E se capitan Danilo stravince la gara a chi fa peggio in difesa…

Ora bisogna seguire alla lettera le parole del tecnico Gigi Delneri. Un passo falso ci può stare, serve anche questo per crescere. Tuttavia, le prossime partite vanno affrontate con uno spirito diverso, altrimenti si rischia di collezionare altre figuracce ed i tifosi non se lo meritano. La bella stagione non è stata rovinata da questa uscita in clima vacanziero a Bologna. Tuttavia, serva da lezione. Sperando che non venga applicato il “repetita iuvant” dagli antichi Latini.

Sezione: Focus / Data: Lun 01 maggio 2017 alle 14:00
Autore: Federico Mariani
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